di Paolo Del Bufalo, Roberto Turno. Rallenta la crescita per l’acquisto dei «beni», dai farmaci alle convenzioni alle alte tecnologie. Ma sale, e anche vistosamente, la spesa per comprare i «servizi», sia sanitari che non sanitari: dai trasporti alle consulenze alla formazione. E aumentano del 400% le uscite per leasing e service.
Mentre Matteo Renzi e Carlo Cottarelli si preparano a limare la spending review per l’intero corpaccione della Pa, puntando l’indice anche sugli acquisti da parte della burocrazia, ecco che dalla spesa di asl e ospedali per B&S arrivano conferme di un universo da tenere sotto osservazione, ma allo stesso tempo anche segnali che qualcosa, in questi anni, in fondo è stato quanto meno modificato negli atteggiamenti del Servizio sanitario nazionale. Qualcosa, ma certo non basterà.
In fondo sono qualcosa più di un indizio gli ultimissimi dati appena sfornati dal ministero dell’Economia nella «Relazione generale sulla situazione economica del Paese 2012». Dati di un anno fa, ma i più freschi a disposizione visto che il rapporto consegnato alle Camere arriva con ben dodici mesi di ritardo rispetto al timing naturale.
Dati, dunque, che costituiscono anche per la sanità pubblica previsti punti di riferimento. Senza scordare appunto che l’acquisto di beni e servizi da parte del Ssn continua a restare in cima all’agenda delle misure di contenimento dei costi che il Governo s’è dato. Misure su cui anche il ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, s’è più volte espressa, a cominciare dalle prime note dolenti del sistema degli acquisti: la necessità di gare trasparenti e di centrali d’acquisto il più “uniche” possibile. Un tema, questo, che del resto dovrebbe entrare in qualche modo anche nell’ormai mitico «Patto per la salute» in discussione con i governatori.
Il rapporto dell’Economia (VEDI) evidenzia intanto una novità in assoluto per la sanità pubblica: per la prima volta infatti, nel 2012, s’è registrato il sorpasso della spesa per l’acquisto di beni e servizi rispetto a quella del personale, tradizionalmente la “prima” delle voci di uscita del Ssn. La spesa per il personale dipendente – dopo i blocchi contrattuali e del turn over – era pari a 35,6 mld, in calo dell’1,4% sul 2011, mentre al contrario per B&S la spesa è stata di 36,1 mld con una crescita totale dell’1,7 per cento.
Ma attenzione, perché a tenere alta l’asticella dei costi delle uscite per beni e servizi è stata la voce «servizi»: un aumento che ha fatto segnare +7,5% in un anno, dopo il decremento del 4,3% registrato tra il 2011 e il 2010. A incidere, segnala la relazione, sono state in particolare le spese per i trasporti sanitari, per le consulenze e la formazione del personale, per le collaborazioni, il lavoro interinale e «altre prestazioni di lavoro non sanitarie». Altra voce in salita, quella per manutenzioni e riparazioni, in aumento del 3,7% (+2,6% nel 2011) con la punta massima del +8,1% per l’acquisto dei materiali per le manutenzioni. Mentre addirittura quadruplica – dal +1% del 2011 al +4,1% del 2012 – l’incremento delle spese di leasing e service, e crescono invece più lentamente rispetto al 2011 (+2,1%) quelle per i servizi sanitari appaltati come lavanderia, pulizia, mensa, e riscaldamento.
Uniche voci a calare tra i beni e servizi sono state le spese riferite a interessi passivi e oneri finanziari, in riduzione del 7,9% (+6,7% nel 2011). E diminuiscono, ma solo dello 0,9%, imposte e tasse: meno personale, meno Irap, è l’equazione “vincente”.
Altra sorpresa che emerge dalla relazione 2012 dell’Economia, sono i dati riferiti all’attività intramoenia dei medici pubblici. Spese a carico degli italiani, che nel 2012 hanno sborsato di tasca propria 1,2 mld. E che per la prima volta vedono un calo del 2,17% (24,6 mln in meno). Anche questo un segnale della crisi per gli italiani. E per i medici: che hanno “perso” 119 mln (-11,3%) dei loro guadagni extra. Mentre il Ssn ha realizzato 94,5 mln in più nel giro di dodici mesi. Più del doppio di un anno prima. A carico dei cittadini, vale ripeterlo.
(da Il Sole-24 Ore) – 26 marzo 2014