«A memoria dei medici del pronto soccorso non abbiamo mai visto un’intossicazione così grave: è solo grazie a quella che giustamente viene chiamata “buona sanità” se ora il ragazzo si sta riprendendo».
Il direttore sanitario dell’Usl 15, Sandro Artusi, non nasconde che in qualche altra struttura meno preparata forse ora si starebbe piangendo una vittima. Il 33enne che è finito nel reparto di Rianimazione dell’ospedale di Camposampiero per un’intossicazione da botulino resta ancora in prognosi riservata e intubato. Ma si sta riprendendo. Nella mattinata di ieri avrebbe infatti, lentamente, ricominciato a muovere gli arti dopo la paralisi provocata dall’intossicazione.
Tutto è accaduto mercoledì scorso, quando il giovane ha mangiato una zuppa di legumi e cereali precotta, del marchio «Terra e vita» prodotto dalla ditta Zerbinati di Borgo San Martino (Alessandria). Solo qualche cucchiaio, visto lo strano sapore. È bastato però per farlo finire al pronto soccorso il giorno dopo.
«Inizialmente sembrava una gastroenterite – continua Artusi – ma dopo un’ora e mezza sono iniziati i problemi neurologici. Vertigini, dilatazione delle pupille, riduzione della mobilità degli arti. Subito è stato intubato e si è intuito potesse trattarsi di botulino».
A confermare i sospetti è stato poi l’Istituto zooprofilattico di Legnaro che ha analizzato quello che restava della zuppa. Risultato: botulino di tipo B. Non è mancata anche un po’ di sfortuna: il 33enne ha infatti scaldato la zuppa con un forno a microonde, quindi a bassa temperatura. Sarebbe bastato scaldarla in un pentolino, su un fornello, per uccidere almeno una parte delle tossine.
Il protocollo ha visto poi il coinvolgimento del ministero della Salute, cui sono stati inviati gli esiti dei test. È scattata l’«allerta alimentare», con la pubblicazione del seguente avviso urgente sul proprio sito ufficiale: «La zuppa di legumi e cereali marchio “Terra e vita” prodotto dalla ditta Zerbinati, lotto B0803-A, con data di scadenza 26 marzo 2014, è risultata positiva per presenza di tossina botulinica a seguito di analisi effettuate su una confezione aperta. Ricoverata per botulismo alimentare la persona che ha consumato l’alimento. Si invitano pertanto tutti i consumatori eventualmente in possesso del lotto specificato a non consumarlo e a consegnarlo all’unità sanitaria di competenza: il servizio di igiene degli alimenti e nutrizione».
Il lotto della zuppa è stato subito ritirato da tutti i punti vendita. «È il caso sempre e comunque di stare allerta se si apre una scatola magari un po’ rigonfia, con un odore cattivo – continua Artusi – potrebbero esserci i presupporti per un inquinamento del cibo. E in ogni caso riscaldarlo a cento gradi per una decina di minuti può aiutare a distruggere eventuali sostanze nocive».
Riccardo Bastianello – Corriere del Veneto – 26 marzo 2014