Guardie zoofile a casa per controllare eventuali maltrattamenti su animali, a Mirano alcuni residenti si rivolgono ai carabinieri. La maggior parte ha aperto e collaborato di buon grado, alcuni però non hanno gradito l’intrusione, in molti casi avvenuta di domenica e hanno segnalato la cosa alle forze dell’ordine per chiedere se la pratica sia legale e se i cittadini siano tenuti comunque ad aprire e far svolgere il controllo su suolo privato.
Non risultano comunque denunce. «Si sono verificati casi in cui anziani hanno aperto per timore di essere multati, costretti ad accogliere in casa sconosciuti», affermano alcuni cittadini. Sulla vicenda interviene l’ufficio legale di Federfauna Veneto: non basta dichiarare di aver ricevuto una segnalazione o avere un distintivo per pretendere di entrare in un’abitazione privata. E in ogni caso solo un veterinario può valutare lo stato di salute di un animale e quindi diagnosticarne un eventuale maltrattamento.
Tra le associazioni interessate alle visite a Mirano, c’è l’Oipa, Organizzazione internazionale protezione animali, che conferma i controlli. «Nessun obbligo, ma siamo autorizzati a farlo con decreto del prefetto», spiega Andrea Zamengo, coordinatore provinciale, «operiamo prevalentemente su segnalazioni di maltrattamento. Ma se vi sono dubbi, consigliamo di chiedere di vedere il distintivo di riconoscimento. A ogni controllo rilasciamo un verbale , in qualche caso di particolare gravità possiamo anche procedere con sequestri, nella maggioranza dei casi però basta un richiamo». Filippo De Gaspari – La Nuova Venezia
Tiffi (FederFauna Veneto): Guardie zoofile? Potete lasciarle fuori e denunciare ogni eventuale abuso! E solo il veterinario può diagnosticare il maltrattamento
Sulla questione dei controlli effettuati da guardie zoofile in alcune abitazioni del Veneziano, tema trattato nell’articolo ”Controlli delle guardie zoofile ma c’e’ chi chiama i Carabinieri” apparso il 18 marzo u.s. su ”La Nuova di Venezia – Mestre”, interviene in difesa dei cittadini il legale di Federfauna Veneto, Avv. Marco Tiffi, con studio a Mestre in Via Bissa 33.
Va precisato, afferma il legale, che la richiesta delle guardie ecozoofile di entrare in una proprieta’ privata per poter visionare un animale, quand’anche su segnalazione da parte di terzi su presunti maltrattamenti, puo’ essere tranquillamente declinata dal proprietario.
Innanzitutto, per quanto riguarda i poteri di queste guardie, e’ stata recentemente chiarito in una nota di settembre scorso del Ministero dell’Interno, che le guardie volontarie non assumono qualifica di Polizia Giudiziaria se non appunto riferita ad alcuni casi e limitatamente agli animali d’affezione. (1 – vedi nota a margine)
L’Art. 6, comma 2 della Legge 189/04 specifica che la vigilanza sul rispetto delle norme sulla protezione degli animali e’ affidata ”anche” alle guardie particolari giurate delle associazioni protezionistiche e zoofile riconosciute, ma ”unicamente con riguardo agli animali di affezione” e ”solo nei limiti dei compiti attribuiti dai rispettivi decreti prefettizi di nomina, ai sensi degli articoli 55 e 57 del codice di procedura penale”.
Tali articoli del codice di procedura penale stabiliscono sì che, pur nei limiti del servizio cui sono destinate e secondo le rispettive attribuzioni, possano essere agenti di polizia giudiziaria anche le persone alle quali le leggi e i regolamenti attribuiscono tali funzioni, come nel caso di specie, ma che la polizia giudiziaria, tutta, Forze dell’Ordine comprese, abbiano dei limiti nell’agire di propria iniziativa e svolgono indagine e attivita’ disposta o delegata dall’autority giudiziaria.
Non basta cioe’ dichiarare di aver ricevuto una segnalazione di chicchessia o disporre di un qualsivoglia distintivo per pretendere di entrare in un’abitazione privata!
Cio’ premesso, va aggiunto che, con buona pace degli animalisti, e’ fatto consolidato che solo un Medico Veterinario possa valutare lo stato di salute di un animale e quindi diagnosticarne un eventuale maltrattamento.
Per contro, si ricorda che il compimento di atti che fanno scattare le procedure di emergenza (comprese le segnalazioni alle guardie zoofile) senza che vi sia la presenza di un reale pericolo puo’ configurare il reato di ”Procurato allarme”, punito dal Codice Penale con l’arresto fino a sei mesi o con l’ammenda da euro 10 a euro 516.
La nostra Confederazione, da sempre attenta al benessere degli animali e dei diritti degli allevatori, sta in questi giorni predisponendo un opuscolo che informa i cittadini non solo circa la detenzione corretta degli animali ma anche dei diritti che spettano ai detentori che spesso non sanno come comportarsi in caso di eventi di questo genere. Per questo consigliamo sempre di rivolgersi al nostro Ufficio Legale che e’ a disposizione per garantire il corretto svolgimento di questi controlli. Autore: Federfauna Regione Veneto, Ufficio Stampa
$1(1) Guardie zoofile volontarie, ecco i chiarimenti del ministero dell’Interno
21 marzo 2014