Sei cani meticci: alcuni anziani, altri giovani. Tutti, comunque, costretti a vivere un incubo durato anni, fatto di maltrattamenti e spazi chiusi, poca luce e condizioni igieniche pessime. Ammalati e malnutriti, per loro quel modo di vivere è suonato come una sentenza: quei sei cani, infatti, sono diventati ciechi. Tutti, nessuno escluso.
Ora sono stati affidati alle mani dei volontari Enpa di Sarmeola di Rubano, in provincia di Padova; hanno recuperato le forze e sono in cerca di qualcuno che li adotti restituendogli felicità e amore. La loro padrona, una 37enne di Legnaro, con alle spalle qualche causa di vicinato e un’assistenza da parte dei servizi sociali del Comune, è stata rinviata a giudizio con l’accusa di maltrattamento di animali. Secondo le perizie della procura, a far perdere la vista ai meticci è stato il modo in cui la loro padrona li teneva con sé.
Tutto inizia nei primi anni Duemila. I cani sono di proprietà dei genitori della 37enne: due persone anziane che muoiono entrambe nel giro di poco tempo lasciando alla figlia in eredità non solo la casa di campagna ma anche la cura dei sei animali. Per un po’ tutto sembra funzionare, la donna lascia i cani liberi di girare nel grande giardino della casa, che pian piano viene abbandonata al suo destino. La stessa sorte tocca agli animali. I vicini – stanchi di sentire i latrati – decidono di farsi sentire con la proprietaria. E lei cosa fa? Per risolvere il problema segrega i cani in casa, in uno spazio stretto che ben presto diventa il loro lager, senza luce nè cibo.
Quando il 9 novembre 2012 i carabinieri di Legnaro entrano in casa della donna e aprono la porta da dove sentivano venire dei pianti angoscianti, si trovano di fronte una situazione oltre ogni limite. I sei animali si muovono a stento sui loro escrementi, stratificati da anni. Nelle ciotole il cibo e l’acqua, mancano. Le finestre della stanza sono oscurate e la luce filtra per pochi minuti la sera. Gli occhi degli animali sono chiusi. E quando i veterinari li visitano non possono far altro che prendere atto delle gravi infezioni (stomatiti), e del fatto che quei sei animali hanno perso la vista.
Nicola Munaro – Corriere del Veneto – 5 marzo 2014