Mai più un ospedale costruito con il project financing formula «global service». Luca Zaia è appena rientrato dall’inaugurazione dell’anno giudiziario della Corte dei Conti e concorda con le valutazioni del procuratore Carmine Scarano: «Sì, è vero. Appena sono stato eletto nel 2010 ho iniziato la rivisitazione dei project che sono un onere eccessivo per le casse della Regione.
Ci vuole una legge nazionale, che consenta le rinegoziazione dei contratti realizzati in una stagione completamente diversa: lo Stato quando emette Bot e Btp oggi incassa lo 0,80% e invece deve pagare rendimenti trentennali del 10-12% alle aziende private che hanno realizzato le opere pubbliche con il project. Bisogna cambiare marcia. Oggi la Bei ci dà i mutui al 2%». Quanto al futuro che accadrà? In agenda come priorità assoluta c’è il nuovo polo della salute di Padova, «che verrà realizzato nel giro di 5 anni, ma i soldi li deve mettere lo Stato, anche se Leonardo Padrin fa bene a battere cassa dall’assessore Ciambetti», ribatte Zaia. Il governatore, tra la cerimonia della Corte dei Conti e la visita del segretario della Lega Matteo Salvini, trova il tempo per approvare due delibere contro l’emergenza neve a Rocca Pietore e i fontanazzi nel Trevigiano e poi per ribadire le sue idee sul governo che sta per nascere a Roma: «Un ministro veneto ci vuole, è fondamentale essere presenti a palazzo Chigi e tutelare gli interessi della nostra regione», spiega Zaia, che ricorda di voler consegnare a Matteo Renzi i dossier sulla situazione economica e sull’emergenza maltempo: fatti e rifatti i conti i danni ammontano a 450 milioni di euro. Il tema del giorno è la sanità. Non solo i project financing, ma lo scontro sul bilancio 2014 con la bocciatura dell’assessore Ciambetti. Il nodo è il nuovo polo della salute di Padova, con Leo Padrin che chiede uno stanziamento di almeno 100 milioni di euro. «La stazione appaltante è l’Azienda ospedaliera e il direttore generale Claudio Drago entro giugno presenterà la proposta di pubblica utilità. Le osservazioni della Commissione sanità sono corrette, le preoccupazioni del presidente Padrin anche, ma prima di mettere soldi inserendoli in bilancio, per me è meglio chiederli a Roma. Se lo facessimo, trattare con il Governo avendo già previsto lo stanziamento non ci aiuterebbe e ci farebbe partire con il freno a mano tirato. Il bilancio è stato presentato e firmato: se qualcosa non funziona, saranno i tecnici a rispondere. Ma a me risulta che il segretario generale della Sanità abbia confermato che va tutto bene. Da anni lo Stato non finanzia più l’articolo 20, per il quale siamo in graduatoria. Le preoccupazioni lasciamole a Roma, che deve assumersi l’impegno di restituirci i nostri soldi, con un buco di 650 milioni che deve essere sanato dal Governo. L’ultima volta che sono stato a Roma a chiedere veramente soldi, sono tornato portando a casa 360 milioni: vuol dire che tornerò». L’ospedale assicura Zaia, si farà. «Assolutamente sì: col project financing e con gran parte di fondi propri: più saranno le risorse che ci darà il Governo, meno dovremo ricorrere a risorse private». Basta partire.
Il mattino di Padova – 21 febbraio 2014