“Vogliamo verificare quanto il valore dell’agricoltura e i risultati per il reddito delle imprese siano strettamente connessi alla qualità delle produzioni e quanto quest’ultima è espressione anche dell’ambiente che li produce”.
Con questa parole l’assessore all’agricoltura del Veneto Franco Manzato annuncia l’avvio del Progetto dal titolo “Caratterizzazione qualitativa dei principali prodotti ortofrutticoli veneti e del loro ambiente di produzione”, messo a punto con il contributo delle Organizzazioni di Produttori (che metteranno a disposizione le proprie aziende) e dei Consorzi di Tutela DOP/IGP. La Giunta regionale ha finanziato il progetto con 1,3 milioni di euro.
L’analisi procederà su due steps: monitoraggio ambientale (acqua-aria-suolo) di trecento aziende prese a campione (sparse in tutte le province venete); monitoraggio di prodotto (dop, igp, prodotti tradizionali): i prodotti selezionati saranno circa mille. I controlli si svolgeranno da marzo a ottobre circa, in base ai periodi biologici di fioritura di ogni frutto e ortaggio.
Le Università di Verona e Padova, attraverso analisi nutrizionali/nutraceutiche e metabolomiche, approfondiranno le caratteristiche dei prodotti ortofrutticoli e il biomonitoraggio dell’ambiente di coltivazione, con l’obiettivo di fornire risposte oggettive e concrete ai consumatori, garantendo loro che le tecniche produttive utilizzate nella filiera sono ecosostenibili e fornendo assicurazioni circa la salubrità e la qualità dei prodotti ortofrutticoli veneti, attraverso un monitoraggio ambientale e di prodotto che evidenzi eventuali anomalie.
I prodotti esaminati (quelli tipici, tradizionali e a marchio) verranno rapportati al territorio per confermare la correlazione tra “prodotto sano” e “ambiente sano”. Per questa visione globale del comparto agricolo si applicherà il disciplinare “Biodiversity Friend”, la prima e unica certificazione in Italia in grado di valutare la conservazione della biodiversità in agricoltura, “valore essenziale – ribadisce Manzato – al quale non è più possibile rinunciare. Mi risulta che il Ministero delle politiche agricole sia anch’esso interessato all’iniziativa. oltre ad altre Regioni, che si stanno già indirizzando verso questo nuovo tipo di approccio”.
18 febbraio 2014