Sale ancora il tetto agli stipendi dei vertici della pubblica amministrazione, che è ancorato al compenso del primo presidente della Cassazione e vive una dinamica un po’ più vivace dell’inflazione e della media dei redditi.
Per quest’anno, la busta paga di chi occupa gli scalini più alti nelle pubbliche amministrazioni non potrà superare i 311.658,53 euro lordi, con un aumento del 2,9% rispetto ai 302.937,12 riconosciuti fino al 31 dicembre scorso. Se si risale al 2012, anno di debutto della tagliola ai maxistipendi pubblici decisa con il decreto «Salva-Italia» del Governo Monti (articolo 23- ter del Dl 201/2011), l’incremento è di 18mila euro tondi, cioè il 6,1% dei 293.658,95 euro scritti nel limite originario.
A diffondere i nuovi numeri è la Funzione pubblica, ma a definirli è il ministero della Giustizia che comunica a Palazzo Vidoni il “peso” raggiunto nell’anno appena chiuso dal trattamento economico del primo presidente della Cassazione. All’apparenza, il meccanismo si traduce in una sorta di scala mobile 2.0, che corre più veloce rispetto al costo della vita, ma serve una precisazione: nella nota diffusa ieri la Funzione pubblica sottolinea che il nuovo importo «non comporta un adeguamento automatico delle retribuzioni dei dirigenti pubblici», perché gli stipendi annuali di ogni dipendente della Pa restano bloccati dal congelamento appena ribadito anche per il 2014. La costante salita del tetto, quindi, interessa chi è titolare di più incarichi e perciò, con la somma delle buste paga può salire un po’ più in alto dell’anno scorso.
In quest’ottica, il limite si fa più alto ma anche più severo, dopo che la legge di stabilità 2014 l’ha generalizzato applicandolo «a chiunque riceva a carico delle finanze pubbliche retribuzioni o emolumenti» di qualsiasi tipo (articolo 1, commi 471 e seguenti della legge 147/2013). Sotto il limite rientrano anche gli incarichi con le Authority, i professori universitari e anche i pensionati ancora in attività, per i quali il limite si riferisce alla somma di pensione ed emolumenti aggiuntivi. Il tetto frenerà anche i compensi degli ex parlamentari o consiglieri regionali titolari di vitalizi, ma solo per gli incarichi iniziati dopo il 1?gennaio scorso.
Il Sole 24 Ore – 4 febbraio 2014