In Norvegia in questi giorni si discute sui “diritti alimentari” delle minoranze religiose. E sta destando non poche polemiche l’affermazione della ministra dell’Agricoltura, in quota al partito populista di destra, Sylvi Listhaug che in una trasmissione della tv pubblica: “Non si può’ smettere di inserire il maiale nei menu solo perché i musulmani hanno deciso di trasferirsi in Norvegia”, ha detto, schierandosi con quanti ritengono giusto continuare a servire maiale nelle mense pubbliche, anche in presenza di musulmani.
L’esponente del Partito del Progresso, al governo con i Conservatori della premier Erna Soldberg, ha invitato responsabili dell’alimentazione nelle strutture pubbliche a continuare a servire piatti con carne suina perché tanto “chi non lo vuole, mangerà altro”.
In effetti c’è una crescente attenzione in alcune strutture pubbliche norvegesi ad assecondare le esigenze religiose degli utenti: un responsabile dell’associazione che riunisce gli industriali della carne, Bjorn Ole Juul-Hansen, ha ammesso che attualmente – anche se non esistono vere e proprie analisi in questo senso – viene servito maiale meno spesso rispetto al passato “nell’interesse di alcune minoranze”. E il responsabile del catering nelle carceri di Oslo, Willy Haugen, gli ha fatto eco rivelando che ora il maiale viene servito ai detenuti in media solo una volta ogni 15 giorni “per ragioni politiche”.
Già il mese scorso una polemica simile, anche se tutta interna al partito del Progresso, aveva coinvolto Solveig Horne, ministra del Pp responsabile dell’infanzia e delle pari opportunità, ‘rea’ di aver conferito un premio alle forze armate norvegesi per aver concesso di indossare turbanti e hijiab in servizio e servito cibo halal nelle caserme.
La ministra era stata duramente criticata dal suo compagno di partito Christian Tybring-Gjedde, secondo il quale tali procedure “sono contrarie al manifesto del nostro partito…Noi non vogliamo nessun simbolo religioso sulle divise che sono e devono restare neutrali”.
Intanto il dibattito si è acceso in rete tra le opposte visioni. Se tale Thomas59 chiede provocatoriamente di dare ai detenuti musulmani solo “pane con grasso di maiale e prosciutto per colazione, salsicce per pranzo e costine per cena, visto che se i musulmani vogliono commettere reati, devono farlo in casa loro, e se vogliono proprio farlo qui, allora mangino maiale in carcere”. Ci sono anche persone come “Punta” che ritiene più logico proporre un menu multiplo, anche perché “non sono solo i musulmani a non mangiare maiale, ci sono anche dei cristiani, e gli ebrei non fanno lo stesso?”. Mentre un certo “Bryan” taglia corto: “La detenzione non è già una punizione sufficiente?”.
4 febbraio 2014