Da Luigi Barone, oggi al lavoro nel gabinetto della ministra, le chiamate ai manager per i vertici. Gli incontri del «direttorio» della Asl di Benevento organizzati a casa del padre di Nunzia De Girolamo e in una masseria in campagna erano preceduti da vere e proprie convocazioni.
Lo ha raccontato durante il suo interrogatorio davanti al giudice Felice Pisapia, il dirigente amministrativo che nel settembre scorso aveva consegnato ai pubblici ministeri le registrazioni di quelle riunioni. E che – come dimostrano alcune conversazioni rese pubbliche ma non ancora allegate al fascicolo d’inchiesta – discuteva con l’allora parlamentare pdl di un possibile complotto ordito ai suoi danni. Sono i documenti processuali depositati presso il Tribunale del Riesame – che ieri sera ha confermato nei confronti di Pisapia debba l’obbligo di dimora per i reati di truffa e appropriazione indebita – a raccontare che la faida interna alla sanità beneventana andava avanti già dal 2011. E che in tutte le questioni veniva coinvolta proprio De Girolamo.
È il 30 dicembre scorso. Pisapia compare davanti al gip che ha firmato la misura interdittiva e nella sua ordinanza ha sollecitato i pubblici ministeri ad approfondire l’attività «di quel ristretto direttorio che si occupava in funzione di interessi privati e di ricerca del consenso elettorale con modalità a dir poco deprimenti e indecorose, di ogni aspetto della gestione della Asl». Il funzionario cerca di difendersi dall’accusa di aver firmato decine e decine di mandati di pagamento illegali. Poi parla della guerra interna alla Asl, ma soprattutto degli incontri che si svolgevano fuori dagli uffici e dichiara: «Venivo invitato a partecipare a riunioni in case private. Le riunioni erano organizzate da Luigi Barone. Si trattava di rispondere ad alcune esigenze politico-territoriali».
Barone è uno dei collaboratori più stretti del ministro dell’Agricoltura. Prima portavoce e poi responsabile del portale web, è stato da poco inserito nel gabinetto di De Girolamo. E a quanto risulta dalle carte processuali, si premurava di convocare i dirigenti, compresi quelli che notoriamente erano in guerra come lo stesso Pisapia e il direttore generale Michele Rossi. Tutti insieme ad affrontare questioni che andavano dagli appalti, alla dislocazione degli uffici, dalle consulenze alle nomine e ai trasferimenti di dirigenti e primari, come emerge dalle decine di ore di conversazioni che i magistrati hanno già potuto ascoltare. Tutti protagonisti di una faida segnata da veleni e ricatti, fino alla scelta di Pisapia di registrare ogni passaggio di quegli incontri e poi utilizzarlo a propri fini.
E leggendo i verbali si scopre che De Girolamo fu informata di questa guerra in corso, ma decise evidentemente di continuare a trattare con tutti proprio per avere il controllo della situazione. Lo racconta lo stesso Pisapia in un interrogatorio reso ai pubblici ministeri il 18 gennaio 2013, nove mesi prima di consegnare i nastri: «Nell’agosto 2011 l’avvocato Landolfi mi chiese: “dottò, lei rimane ancora alla Asl perché io so che deve venire un nuovo dirigente”. Chiesi a personaggi vicini al Pdl e fui rassicurato in parte. Anche questo è stato argomento di discussione anche politica tra me e Nunzia De Girolamo». I pubblici ministeri decidono di non approfondire, ma l’indagine va avanti. E proprio in queste ore si è deciso di convocare numerosi imprenditori che sarebbero stati «beneficiati» o danneggiati dall’allegra gestione della Asl.
Il Corriere della Sera – 18 gennaio 2014