Il Patto per la salute scalda i motori. E lo fa anzitutto sul piano politico con un riunione – la prima del 2013, ma soprattutto la prima del percorso che dovrà condurre alla definizione dell’intesa – tra il ministro della Salute Beatrice Lorenzin e gli assessori regionali alla sanità, in programma per giovedì 16 gennaio alle 11,30.
La base di discussione restano le schede messe a punto a suo tempo dalle Regioni, su cui si apre il confronto con il ministro per la definizione di percorsi comuni in base ai quali scrivere il Patto vero e proprio. Il ministro Lorenzin ha già delineato subito prima di Natale – quando aveva annunciato l’avvio, appunto, per metà gennaio – le sue priorità tra spending review, piani di rientro, farmaci e Lea.
E tra le previsioni illustrate nelle loro schede le Regioni indicano tra gli argomenti un modello multiprofessionale per la medicina generale, regole del turn over da rivedere per i medici dipendenti con l’obiettivo dello “svecchiamento” dei ranghi, inserimento degli specializzandi agli ultimi anni in ruolo ed eliminata la qualifica dirigenziale per tutti: per averla ci vorrà un concorso ad hoc. Per gli ospedali va bene il documento sugli standard del 2012, ma con due modifiche sulla soglia di 60 posti letto per acuti per le strutture private e sul calcolo dei posti letto relativi alla mobilità interregionale. Poi revisione del prontuario farmaceutico sulla base del criterio costo-beneficio, gare per categorie terapeutiche omogenee e verifica dell’innovatività reale dei farmaci. E anche per i dispositivi medici categorie omogenee e tracciabilità.
In più rispetto al momento della predisposizione delle schede ci sarà da tener presente il lavoro dei tavoli della spending review del commissario Carlo Cottarelli che vanno avanti spediti anche senza che ci sia ancora il Patto e delle richieste che per l’agenda di Governo ha pronte il Pd: ticket, asl, responsabilità dei medici sono gli argomenti di punta che Davide Faraone, responsabile welfare del partito, ha annuciato nell’intervista a Il Sole-24 Ore, dicendo basta con un federalismo che non ha funzionato, coi governatori commissari di sé stessi. E stop agli sprechi: la “cura Cottarelli” sulla spending è fin troppo leggera.
Il Punto Coldiretti – 15 gennaio 2014