Un decreto legge annullerà la richiesta di restituire gli arretrati. La decurtazione di 380 milioni al fondo per la formazione ripropone la soluzione adottata per il 2011. Il governo conferma che le buste paga di gennaio dei circa 43mila docenti e Ata (il personale amministrativo) che nel 2013 hanno ricevuto in media 700 euro di aumento legati agli “scatti d’anzianità” non subiranno decurtazioni.
In pratica, nel cedolino che arriverà nei prossimi giorni, ci sarà la trattenuta fino a un massimo di 150 euro lordi (come chiesto da una nota del Mef di fine dicembre in ossequio al Dpr 122 del 2013). Ma dopo l’accordo politico siglato a palazzo Chigi lo scorso 8 gennaio, davanti al premier, Enrico Letta, sono arrivate le istruzioni operative concordate tra Mef e Miur. L’attività di recupero delle somme “indebitamente percepite” è stata sospesa e l’importo sottratto verrà rimborsato (probabilmente direttamente nello stesso cedolino) e in ogni caso, spiega una nota diffusa ieri da palazzo Chigi, «con esigibilità contestuale a quella dello stipendio ordinario in pagamento nel mese di gennaio 2014». In questo modo, le buste paga non subiranno tagli. Ma sarà necessario anche un intervento normativo per sterilizzare la richiesta di restituzione (fino a un massimo di 150 euro mensili) effettuata dal Mef in forza del Dpr 122.
Di questo si occuperà il prossimo consiglio dei ministri, sul cui tavolo arriverà un decreto legge che renderà da subito utile lo scatto 2012 che andrà a compensare il mancato prelievo effettuato sulle buste paga di docenti e Ata “scattati” nel 2013. Considerato che chi ha percepito lo scatto nel 2013 lo ha fatto con un anno di ritardo visto il blocco degli scatti d’anzianità 2012.
La procedura per lo sblocco degli scatti è contenuta nel Dl 78 del 2010 (sono già stati recuperati gli anni 2010 e 2011), e ora il decreto legge allo studio del governo definirà quella per il 2012 individuando le risorse che andranno a finanziare l’operazione. Che in prevalenza arriveranno dal «Mof», il fondo per il miglioramento dell’offerta formativa a vantaggio degli studenti.
L’utilità 2012, spiegano fonti del Miur, costa circa 120 milioni di euro nel solo 2012, e dal 2013 circa 380 milioni, con una curva poi decrescente con il passare degli anni. Per pagare i 120 milioni del solo 2012 il Miur utilizzerà le risorse del fondo per la valorizzazione della scuola, nel quale sono confluiti i risparmi (30%) derivanti dai tagli alla scuola inaugurati dagli ex ministri, Gelmini-Tremonti. Mentre gli altri 380 milioni saranno coperti, come detto, da un nuovo taglio al «Mof», non riuscendosi a trovare nell’immediato, all’interno del bilancio del Miur, altre risorse da utilizzare. Spetterà poi a un atto di indirizzo (che Maria Chiara Carrozza ha già inviato a Mef e Funzione pubblica), e alla successiva contrattazione all’Aran con i sindacati, indicare nel dettaglio le singole voci del «Mof» da decurtare.
La strada di ridurre il «Mof», a danno quindi delle attività per gli studenti per pagare gli scatti d’anzianità al personale, è stata già “battuta” per recuperare lo scatto 2011. Anche lì si decisero di tagliare 380 milioni. Saccomanni a palazzo Chigi lo scorso 8 gennaio, e dopo un vertice di un paio d’ore ha annunciato lo stop al prelievo
Il Sole 24 Ore – 14 gennaio 2014