Debiti della sanità: la giunta regionale del Veneto ha firmato un maxiassegno di 700 milioni di euro per pagare i fornitori delle 23 Usl. L’assessore regionale Luca Coletto, su indicazione del segretario generale della Sanità Domenico Mantoan, ha annunciato in una nota che Palazzo Balbi rispetterà completamente il cronoprogramma, solo se il ministero dell’Economia terrà fede agli impegni sottoscritti con il pagamento dei debiti della pubblica amministrazione.
In ballo ci sono 70 miliardi di euro che, secondo le stime di Bankitalia, arrivano a 90, che il governo Letta si è impegnato a versare alle aziende nell’arco di un biennio per garantire liquidità in una fase molto difficile a causa del credit crunch bancario. La regione Veneto ha acceso un mutuo di 1 miliardo e 500 milioni di euro proprio per pagare i fornitori del servizio sanitario e la prima tranche di 700 milioni è già stata interamente corrisposta entro il 31 dicembre 2013 ai soggetti che vantavano crediti nei confronti dell’amministrazione. «La seconda tranche pari a 770 milioni di euro, sarà corrisposta una volta che la somma sarà resa disponibile dal ministero dell’Economia, verosimilmente a marzo», dice la nota di palazzo Balbi. La sottile polemica viene motivata con questa considerazione: «Si coglie l’occasione per puntualizzare che, contestualmente, 1 miliardo 300 milioni di euro che sarebbero immediatamente erogabili continuano a giacere in Tesoreria per effetto del Patto di Stabilità. Il mutuo che la Regione Veneto è stata costretta ad accendere, pur avendo fondi disponibili, presenta un costo finanziario pari a circa 75 milioni all’anno, per la durata di 30 anni». Insomma, le regola imposte da Monti e confermate da Letta penalizzano il Veneto costretto a pagare 75 milioni di euro di interessi, senza mettere mano alla liquidità di cassa. Il Patto di stabilità fa a pugni con la logica ma è stato imposto dalla Ue e non si cambia.
Il Mattino di Padova – 13 gennaio 2013