I ministeri frenano. No da viale Trastevere a nuovi tagli sulla scuola: via solo gli sprechi. Nodo vecchie misure per la mobilità nel pubblico impiego
Spesa per beni e servizi da razionalizzare anche con il rafforzamento del “metodo Consip”, dipendenti pubblici da riorganizzare, utilizzazione immobili delle amministrazioni centrali e locali da ottimizzare, enti inutili da sopprimere. E costi e fabbisogni standard da estendere oltre il bacino della sanità. Facendo leva prevalentemente su questi cinque interventi la spending review targata Cottarelli dovrebbe consentire al Governo di varare i primi interventi per ridurre la spesa già nel primo semestre 2014.
Dall’Esecutivo e dallo staff del Commissario straordinario per la revisione della spesa nessuno fornisce cifre. Anche perché i 25 gruppi di lavoro istituiti da Carlo Cottarelli hanno a disposizione ancora 40 giorni per completare la prima fase di ricognizione sulla spesa (il termine ultimo è il 28 febbraio). Ma dopo le prime tornate di incontri (due o tre a seconda dei tavoli di lavoro) le voci su possibili tagli selettivi per almeno 2-3 miliardi nel corso dell’anno si rincorrono con maggiore insistenza.
Ma la strada è tutt’altro che in discesa. Molti ministeri, pur mostrandosi disponibili a cooperare con il Commissario straordinario, continuano a sostenere che non ci sono più grandi spazi per riduzioni di spesa incisive come quelle che vorrebbe realizzare Cottarelli per centrare l’obiettivo fissato dal Governo: 32 miliardi di risparmi (2 punti di Pil) a fine 2016. Tra i nodi più intricati quelli della mobilità nel pubblico impiego e della scuola, sulla quale tra l’altro non si è ancora del tutto allentata la tensione tra i ministeri dell’Economia e dell’Istruzione per la vicenda del pagamento scatti agli insegnanti. Che per altro restano bloccati, sulla base delle norme in vigore, per una fetta del comparto.
Sugli “statali” il mandato assegnato da Cottarelli alla task force di esperti sul pubblico impiego è chiaro: entro la fine di febbraio dovranno essere definite «le misure necessarie per aumentare la mobilità del lavoro tra i diversi settori delle pubbliche amministrazioni; facilitare la soluzione del problema del personale in esubero, anche attraverso la ridefinizione delle misure del turn over, di riconversione (compresa la disciplina relativa alla messa in disponibilità) e dell’attività di formazione».
Ma sono almeno due gli ostacoli da superare. Il primo è legato alle proroghe (decise negli scorsi mesi) del pacchetto varato dal Governo Monti sulla gestione di oltre 7mila esuberi e la definizione delle nuove piante organiche. La ritardata entrata in vigore di queste misure rischia di diventare un freno per il piano Cottarelli. Quanto alla mobilità vera e propria, anche in questo caso restano da attuare quasi in toto gli interventi varati negli ultimi anni. La partita si starebbe dunque sviluppando sulla necessità di attuare “l’esistente” prima di immaginare nuovi accorgimenti.
Anche sul versante dell’istruzione la matassa appare intricata. Nel mandato affidato da Cottarelli alla task force sono indicati diversi temi da valutare con attenzione per giungere eventualmente a una riduzione di spesa: dalla rivisitazione della dimensione delle scuole, anche con una programmazione di medio-lungo periodo dei fabbisogni di personale e con l’ottimizzazione del rapporto alunni/docenti, fino all’individuazione del numero di posizioni di personale non assegnato a compiti essenziali e di docenti inidonei; passando per la riorganizzazione degli uffici del ministero e l’adozione di nuovi criteri per l’edilizia scolastica. Ma da viale Trastevere, dopo aver ricordato di aver già attivato da tempo un gruppo di lavoro interno sull’ottimizzazione della spesa, presieduto da Daniele Checchi (Università di Milano), avrebbero fatto sapere di essere pronti a rendere più efficiente la spesa ma non a dare l’ok a nuovi tagli.
Un cammino costellato di ostacoli, insomma, quello della spending review. Che però Cottarelli conta di superare entro febbraio per consegnare al Governo proposte di riduzione di spesa da rendere operative tra marzo e aprile. E uno dei pilastri su cui dovrebbe poggiare il piano di interventi per il 2014 sarà sicuramente rappresentato dalla nuova riduzione della spesa per beni e servizi. Una riduzione da realizzare, come lascerebbe intendere il mandato assegnato da Cottarelli al gruppo di lavoro sugli acquisti di beni e servizi, anche attraverso il rafforzamento del ruolo della Consip e una pianificazione integrata delle iniziative di spesa in raccordo tra la centrale acquisti nazionale e quelle regionali. In altre parole la spesa attualmente “presidiata” da Consip – circa 30 miliardi sui 136 miliardi di uscite complessive per le forniture – dovrebbe salire subito significativamente per garantire almeno 1 miliardo di risparmi o quasi.
Gli altri interventi che dovrebbero arrivare nel 2014 sono quelli sugli immobili, sulla soppressione degli enti inutili e sui fabbisogni standard. Un pacchetto che dovrebbe essere anticipato dalla stretta sulle auto blu con sottosegratari e viceministri a piedi. Stretta che sarebbe dovuta a scattare a metà gennaio ma che potrebbe slittare a fine mese o a inizio febbraio per consentire a Palazzo Chigi di definire il nuovo “contratto di coalizione” su cui impostare la rotta del Governo fino al 2015.
La task force di Cottarelli sta valutando nuovi percorsi di mobilità per gli statali, la revisione dei meccanismi del turn over e un nuovo contratto unico per tutto il settore del pubblico impiego
Si punta a rafforzare il ruolo della Consip facendo la salire la quota di spesa presidiata che al momento raggiunge i 30 miliardi sui circa 136 miliardi di uscite complessive
Si sta valutando un meccanismo di interscambiabilità tra amministrazioni centrali e locali anche per favorire le dismissioni e limitare il ricorso agli affitti
Potrebbe scattare un’operazione di selezione e sfoltitura di enti e commissioni in più tappe ravvicinate. Si punta anche allo snellimento dei ministeri
Costi e fabbisogni standard, già previsti per la sanità e a livello territoriale, saranno estesi a tutte le amministrazioni, comprese quelle centrali, e agli enti pubblici
Il Sole 24 Ore – 12 gennaio 2014