di Roberto Turno. Il rebus Imu-Tasi. Le due emergenze Terra dei fuochi e carceri. L’addio (parziale) a scoppio ritardato del finanziamento pubblico ai partiti. Il milleproroghe che s’è fatto in due. Il rischio di una nuova stangata sulle cosiddette “pensioni d’oro”. Due settimane e 30 leggi dopo, le Camere ripartono da domani esattamente dal punto in cui s’erano fermate.
Con la solita abbuffata di decreti legge – ben 7 quelli in vigore, l’ultimo da convertire per fine febbraio, il prossimo entro il 29 di questo mese – che continuano ad affollare e a ipotecare i lavori parlamentari. E altre promesse antiche che per il Governo continuano a rappresentare altrettante scommesse: a partire dall’abolizione delle Province con annesso pasticcio costituzionale alle porte, per di più a pochi mesi da una tornata elettorale che riguarderà anche questi avamposti della burocrazia italica.
Aspettando il «Patto» di Governo
Se Enrico Letta e il suo Governo devono guardarsi dall’esuberanza di Matteo Renzi, e intanto sono alla prese con una difficilissima tessitura del «Patto» tra alleati – Pd, Ncd, montiani ed ex montiani – entro il 20 gennaio, o comunque nel giro di poche settimane, ci sono comunque altri appuntamenti da affrontare sul tappeto per il premier. Appuntamenti che si sommano a quelli già di per sé complicatissimi dell’agenda del neo segretario democratico: la riforma elettorale, il job act, l’abolizione della Boss-Fini sull’immigrazione, i diritti civili da riconoscere ali omosessuali. Spine su spine da estirpare per il Governo. Quanto basta per far traballare la maggioranza un giorno sì, e l’altro pure.
L’ingorgo 2014
Il 2014 si apre così all’insegna di un ingorgo di problemi per il Governo. Fin da oggi. Quando in aula al Senato toccherà al decreto legge 133 (scadenza 9 gennaio)che nella versione originaria abolisce la seconda rata Imu 2013 sulle prime case (ma che prevede anche l’alienazione di immobili pubblici e misure su Bankitalia), ma che potrebbe essere il veicolo per spazzar via il rischio di una stangata sulla mini Imu residua (e forse non solo) e aggirare la maxi Tasi che in tanti prevedono con 1,5 mld di stangata aggiuntiva per il 2014. Per non dire del caos delle scadenze fiscali in arrivo sul fronte della casa e della tassazione locale. Tutti pericoli che un emendamento ad hoc potrebbe quanto meno allontanare, magari puntando su una tassazione a tempo su giochi e scommesse. Tra oggi a lunedì-martedì della prossima settimana sarà svelato l’arcano.
Pensioni d’oro: tagli per mozione?
Alla Camera, in aula, va invece in onda da domani la nuova puntata di una telenovela che non s’è esaurita, a quanto pare, con la legge di stabilità 2014: un nuovo colpo d’accetta sulle pensioni d’oro. Saranno discusse 7 mozioni sottoscritte da 121 deputati di tutti i gruppi, che vanno a sommarsi a 76 proposte di legge all’esame della commissione Lavoro di Montecitorio. Sarà interessante capire, dopo il taglio appena deciso con la manovra, quale sarà l’atteggiamento del Governo, e non solo, magari anche del neo Pd renziano.
Ma per tornare ai decreti legge, non mancheranno sorprese. Al Senato sono attesi al debutto in questi giorni: lo stop dal 2017 del finanziamento pubblico ai partiti (Dl 149) e i due Dl 150 e 151 gemmati dall’inizialmente previsto unico decreto milleproroghe dopo la decadenza del Dl “salva Roma”. Mentre la Camera affronterà il Dl svuota carceri (Dl 146, commissione Giustizia), quello sulla Terra dei fuochi e il decreto pomposamente denominato “destinazione Italia”.
Le Province che nessuno taglia
Certo, i decreti domineranno la scena soprattutto in attesa che il «Patto» di Governo prenda davvero forma. Ma nelle commissioni qualcosa si potrebbe muovere comunque. Non molto, ma tra quel che da troppo tempo bolle in pentola (ma non cuoce) in Parlamento, ci sono provvedimento di grosso peso. Il Ddl sull’addio alle Province, in questi giorni all’esame della commissione Affari costituzionali della Camera del Senato. E, sempre al Senato (commissione Finanze), la delega fiscale che sembrava essere scomparsa dai radar della politica. Così come la linea dura contro l’omofobia, all’ordine del giorno cella commissione Giustizia del senato doppio il primo via libera di Montecitorio. Molto lavoro per il Senato, insomma, anche per le leggo ordinarie. Mentre la Camera nel suo calendario delle commissioni si “accontenta” in questi giorni della Comunitaria 2013 e dei costi standard per gli enti locali. Aspettando quel che verrà dai tavoli sulla riforma elettorale: in questo caso Renzi ha già strappato una prima vittoria riuscendo a far spostare la materia dal Senato alla Camera. Chissà se sarà solo una vittoria di Pirro.
I sette decreti legge all’esame di Camera e Senato
Il Sole 24 Ore – 6 gennaio 2013