L’Enpa protesta e aspetta le motivazioni della sentenza che ha assolto un tunisino e la sua macellazione rituale. “Si potrebbe supporre che l’Italia sia meno ‘garantista’ di alcune nazioni islamiche” visto che alcuni “Paesi musulmani hanno reso obbligatorio lo stordimento preventivo degli animali per rendere meno cruenta la macellazione”.
Così il coordinatore Enpa dell’Emilia-Romagna, Carlo Locatelli, commenta la recente assoluzione di untunisino di 33 anni sorpreso il 6 novembre 2011 dalla Polizia municipale di Ravenna subito dopo avere sgozzato una capretta nel suo cortile a Lido di Dante, sul litorale. Si trattava di un rito per onorare il ‘giorno del sacrificio’ con cui i musulmani celebrano il gesto di Abramo che per volere di Dio uccise un montone al posto del figlio.
Per quei fatti, la Procura aveva chiesto quattro mesi di reclusione per avere macellato tra le pareti domestiche la bestiola senza averla prima stordita. Il giudice monocratico Milena Zavatti ha invece assolto l’imputato, come aveva chiesto la difesa, avvocato Luca Donelli, perché “il fatto non sussiste”; per lui resta comunque la sanzione amministrativa inflitta dall’Ausl per avere macellato un animale senza chiedere l’autorizzazione. Appreso con ‘vivo stupore’ dell’assoluzione, l’Enpa attende ora il deposito della motivazione della sentenza per esprimere altre valutazioni sull’episodio.
“Nel frattempo – scrive Locatelli – cogliamo l’occasione per ricordare che la macellazione rituale non prevede lo stordimento preventivo dell’animale, che, quasi sempre, è appeso per le zampe posteriori allo scopo di fare defluire il sangue per alcuni minuti tra atroci sofferenze”.
quotidiano.net – 4 gennaio 2013