“L’incredibile conflitto tra assessore e dirigente del settore sociosanitario sta penalizzando i cittadini più deboli e più fragili, in particolare i disabili gravi e gli utenti dei Ceod”. Claudio Sinigaglia, vicepresidente della commissione Sanità e consigliere regionale del Pd, insorge di fronte al mancato riparto di fine anno del fondo regionale per la non autosufficienza e chiede la convocazione urgente, in commissione Sanità, degli assessori regionali alla Sanità e al Sociale, Luca Coletto e Remo Sernagiotto, e del segretario regionale del settore sociosanitario Domenico Mantoan.
“Ho scritto al presidente della commissione Leonardo Padrin – dichiara Sernagiotto – chiedendogli di dedicare la prossima seduta della commissione, prevista per il 9 gennaio, all’inaudita situazione di blocco dei 735 milioni del fondo regionale 2013 per la non autosufficienza. Siamo in presenza di uno scontro mai visto e inaudito tra assessore e dirigente, tra tecnici e politici, di un autentico ‘vulnus’ istituzionale che sconfessa decenni di integrazione tra sistema sociale e sanitario. La mancata ripartizione del fondo (quest’anno salito da 721 a 735 milioni grazie ad una ulteriore erogazione concessa dal governo) mette a repentaglio servizi e assegni di cura garantiti dalle 21 Ulss a disabili e anziani: in ballo ci sono oltre mille disabili gravissimi, 40 mila assegni di domiciliarità per i non autosufficienti assistiti a casa propria, i contributi di quota minima per i non autosufficienti accolti in casa di riposo o residenze assistite e che sono ancora in attesa dell’impegnativa regionale, le rette di ragazzi e adulti disabili accolti nei Ceod.
Com’è possibile che la delibera di riparto del fondo tra le 21 Ulss, che mi dicono fosse già pronta a settembre, non sia mai stata trasmessa alla competente commissione consiliare? Di chi è la responsabilità di aver tradito la legge 30 del 2009 (che ha istituito il fondo unico per la non autosufficienza e affidato al Consiglio il compito di programmarne e monitorarne l’impiego, ndr)?
Perché viene espropriato l’organo di indirizzo e di controllo dei propri compiti di programmare l’assegnazione delle risorse e la misura delle prestazioni in risposta ai bisogni dei tanti disabili e non autosufficienti della nostra regione? Perché devono essere i cittadini più deboli a pagare i costi della sanità veneta?”.
Sinigaglia punta il dito sul conflitto, sempre meno latente, tra i due settori della sanità e sociale, nell’assicurarsi risorse adeguate ai fabbisogni crescenti. E chiama in campo i massimi arbitri della politica regionale: “Invito i presidenti di Giunta e Consiglio, Zaia e Ruffato, a farsi garanti dell’applicazione della legge regionale (Lr 30/2009) – è l’appello dell’esponente Pd – che espressamente prevede che la Giunta regionale, previo parere della commissione, entro il 31 dicembre di ogni anno, provveda a ripartire le risorse per la non autosufficienza sulla base di indicatori demografici, socio-economici; al numero di persone disabili e non autosufficienti e alla consistenza dei servizi. La spesa sociale non può diventare terreno di scontro politico o camera di compensazione per operazioni di bilancio. La legge 30 che ha istituito il fondo unico per la non autosufficienza – conclude Sinigaglia – è uno dei pilastri di quel modello di integrazione tra assistenza sociale e assistenza sanitaria che ha sinora assicurato cure e assistenza a tutti i veneti e che tutta l’Italia ci invidia”.
3 gennaio 2014