Le ultime due vittime sono state catturate con i lacci sulle colline di Scansano e poi uccisi a bastonate e a colpi di fucile
FIRENZE – I lupi massacrati in Maremma sono diventati otto. Le ultime due vittime sono state catturate con i lacci sulle colline di Scansano e poi uccisi a bastonate e a colpi di fucile. Altri due esemplari erano stati ammazzati la scorsa settimana a Manciano e a Saturnia. Secondo gli animalisti, in Maremma è scoppiata una guerra contro questi predatori e i responsabili della mattanza «sarebbero gli allevatori aiutati dai cacciatori».
ACCUSE RESPINTE – Accuse respinte al mittente dalle due categorie che condannano gli episodi e allo stesso tempo denunciano una situazione insostenibile, con decine di capi di bestiame sbranati da lupi, ibridi e cani inselvatichiti. Dicono d’essere stati lasciati soli, gli allevatori, e mostrano lo scempio prodotto da questi attacchi con foto shock di pecore e animali da cortile ridotti a brandelli.
INTIMIDAZIONE – «La mattanza di lupi e ibridi è un ulteriore barbaro segnale per tentare di intimidire chi sta lavorando sul progetto Ibriwolf (che protegge lupi e cani selvatici) e sulla tutela degli animali», denuncia invece Giacomo Bottinelli, responsabile della Lav (Lega anti-vivisezione) di Grosseto. «Sospettiamo che i colpevoli siano legati all’ambiente degli allevatori e della caccia. Chi ha sparato, è bene ricordarlo, ha violato il codice penale e le leggi sull’attività venatoria».
COME IL FAR-WEST – Secondo la Lav la Maremma è come il Far-West perché «si distribuiscono 9 mila licenze di caccia senza accurati controlli psicologici» e siamo ormai di fronte «a una vera e propria connivenza implicita con la quale si garantisce l’impunità di alcuni pericolosi criminali». Cacciatori e allevatori replicano agli animalisti. «Ci sono greggi decimati e aziende, già colpite dalla crisi, costrette a chiudere», denuncia Francesco Viaggi, presidente provinciale di Coldiretti. «Condanniamo atti fuori dalla legge, ma è comprensibile la disperazione di chi ha un allevamento e alla fine perde tutto».
Corriere fiorentino – 3 gennaio 2014