Lo strumento La modifica è attesa con un emendamento in Parlamento. Resta da decidere se al decreto Imu o al milleproroghe in arrivo
La manovra salva-Comuni prende quota. Di ora in ora emergono nuovi dettagli sul piano che il Governo è pronto a mettere in campo all’inizio del nuovo anno per soddisfare la richiesta dei sindaci. All’aumento dell’aliquota Tasi sulla prima casa dal 2,5 al 3,5 per mille, di cui si è parlato ieri su questo giornale, potrebbe sommarsi l’innalzamento di un altro 1 per mille (dal 10,6 all’11,6 con l’Imu) del tetto sugli immobili diversi dall’abitazione principale. Entrambi collegati però all’introduzione di un sistema di detrazioni per le famiglie simili a quelle già previste per l’imposta municipale. Mail condizionale è d’obbligo quando si parla di tassazione sulla casa. E infatti il nuovo centrodestra alza già i primi paletti.
La conferma giunge dal ministro Maurizio Lupi. «Vedremo come sarà la stesura definitiva della legge di stabilità e poi ci confronteremo anche con le richieste dei Comuni», spiega il titolare delle Infrastrutture. Aggiungendo che, con i primi cittadini, «il dialogo è aperto» e che le detrazioni sulla casa vanno applicate. Ma sugli eventuali provvedimenti da adottare l’esponente dell’Ncd non si sbilancia. Rinviando a gennaio ogni approfondimento sulle proposte dei Comuni e sugli strumenti per finanziarle.
Seppur prudenti, le sue parole bastano a spiegare perché il plotoncino di ministri guidati da Angelino Alfano difficilmente darebbe il via libera a un ulteriore aumento del prelievo sull’abitazione principale. Un tema che costituisce la loro “linea del Piave” sin dai tempi del Pdl. Tuttavia, c’è da fare i conti con il pressing in direzione opposta che continua ad arrivare dal Pd. E che, da quando Matteo Renzi è diventato segretario dei democratici, è diventato ancora più costante. A tirare le somme saranno il premier Enrico Letta e il ministro dell’Economia, Fabrizio Saccomanni.
Stando a quanto trapelato finora, entrambi sarebbero propensi ad assecondare i desiderata dell’Anci. Se in tutto o in parte lo si capirà nelle prossime settimane quando la norma salvaComuni sarà messa nero su bianco. Al momento resta confermata l’idea caldeggiata dal ministro degli Affari regionali, Graziano Delrio, di aumentare (da 500 milioni ad almeno 1,3 miliardi) la dote a disposizione dei municipi per l’introduzione delle detrazioni Tasi a favore delle famiglie. E, vista l’estrema difficoltà di reperire le risorse aggiuntive tra le pieghe del bilancio statale senza gravare sul deficit, l’unica soluzione porta a un ritocco verso l’alto delle aliquote applicabili al futuro tributo sui servizi indivisibili.
Con una novità emersa nelle ultime ore. Anziché limitarsi a innalzare dal 2,5 al 3,5 per mille il tetto della Tasi sulla prima casa l’Esecutivo potrebbe intervenire anche sugli altri immobili. Ripristinando la formulazione originaria della legge di stabilità e considerando quell’1 per mille aggiuntivo rispetto al limite attuale che fa coincidere la somma di Tasi e Imu con la soglia prevista per quest’ultima. Se così fosse, dalle seconde case in su, si potrebbe salire dal 10,6 all’11,6 per mille.
In cambio della manovrabilità ulteriore sulle aliquote, i Comuni sarebbero tenuti a introdurre delle detrazioni per l’abitazione principale (su cui si veda anche altro articolo a pagina 2) sul modello di quella da 200 euro applicabile sull’Imu. E stavolta i margini finanziari per farlo ci sarebbero, perché il doppio aumento dell’1 per mille assicurerebbe alle casse comunali tutti gli 1,5 miliardi chiesti dall’Anci.
A proposito dell’Anci, va segnalato il giudizio positivo del presidente Piero Fassino. Che in una nota parla di «significativo passo in avanti per evitare una riduzione di risorse che metterebbe in causa la possibilità per i Comuni di continuare a erogare servizi essenziali per i cittadini» e si attende «che il Governo adotti i provvedimenti necessari entro i tempi più brevi».
La soluzione dovrebbe arrivare dopo la pausa natalizia. Masullo strumento c’è ancora incertezza. L’idea di varare un decreto correttivo ad hoc è sempre più remota. E si punterebbe ad approvare un emendamento in Parlamento a uno dei primi provvedimenti utili: il dl Imu-Bankitalia o il milleproroghe che il Cdm dovrebbe licenziare venerdì 27.
Il Sole 24 Ore – 22 dicembre 2013