Rivalutazione piena per le pensioni fino a duemila euro, niente pagamenti in contanti per impedire gli affitti in nero e niente manette per chi emette fatture false o collabora per il rientro dei capitali all’estero.
Per la legge di stabilità ieri è stato il momento degli annunci e delle «strane intese» tra forzisti e grillini. Con i primi pronti a votare in Commissione bilancio alla Camera un emendamento pentastellato, poi respinto, che tagliava investimenti al settore aeronautico.
Prove tecniche di un asse Berlusconi-Grillo che proprio ieri si è materializzato nell’attacco congiunto al Capo dello Stato. Come questa convergenza parlamentare possa incidere sul cammino della manovra si vedrà. Per ora sono da registrare l’approvazione di un emendamento di Sel che impedisce l’acquisto degli F35 con i fondi per l’industria aeronautica e la presentazione di una serie di emendamenti a firma del relatore che promettono novità soprattutto su pensioni e conti all’estero.
Indicizzazione delle pensioni
Buone nuove per i pensionati con assegno tra i 1.500 e i 2mila euro (4 volte il minino). Per loro la rivalutazione dell’assegno sale dal 90 al 95%. L’indicizzazione sarà invece del 50% per quelle tra 5 e 6 volte il minimo (3.000 euro), mentre oltre la rivalutazione scende al 40% il prossimo anno, per risalire poi al 45% nel biennio successivo.
Capitali all’estero
In fase di messa a punto è invece un emendamento del governo che dimezzerebbe le sanzioni e soprattutto eviterebbe le manette per i «delitti di dichiarazione infedele». Una sanatoria con multe e pene ridotte sarebbe prevista anche per chi «volontariamente» collabori per il rientro dei capitali dall’estero, indicando spontaneamente tutti gli investimenti e le attività finanziarie oltre confine.
Il governo sta ancora pensando se inserire le disposizioni nella legge di stabilità o altrove, ma l’obiettivo resta quello di favorire il rientro di almeno una minima parte di quei 400 miliardi detenuti all’estero (120 nella sola Svizzera), la cui tassazione andrebbe a finanziare il fondo «taglia cuneo» già nel 2014. Anche se una versione B dell’emendamento prevede che le risorse siano destinate al rimborso «dei debiti commerciali in conto capitale e agli investimenti per gli enti territoriali».
Mano leggera anche per i contribuenti infedeli. «Tra gli effetti della bozza di emendamento – spiega il tributarista, Gianluca Timpone – ci sarebbe quello di cancellare le sanzioni penali e dimezzare quelle pecuniarie per chi emetta fatture su operazioni inesistenti. Pene che oggi vanno da un anno e mezzo fino a sei anni». Le manette dovrebbero invece continuare a scattare per i grandi evasori, quelli che occultano al fisco dai 3 milioni in su. Non saranno invece puniti i peccati veniali di omessa e infedele dichiarazione, mentre vengono dimezzate le sanzioni per «dichiarazione fraudolenta».
Stop agli affitti in nero
La proposta del Pd prevede che il contante venga bandito dal pagamento dei contratti di affitto, di qualunque importo , al fine di garantirne la tracciabilità. Dalla misura sarebbero esclusi solo gli alloggi popolari di edilizia residenziale pubblica. Chi aggirerà la norma sarà escluso dalle agevolazioni e detrazioni fiscali previste per il locatore e il conduttore. Una stretta per stanare chi affitta in nero, rafforzata dal fatto che i Comuni dovranno fare attività di “monitoraggio” utilizzando anche il registro di anagrafe condominiale e civile.
Vitalizi parlamentari
Anche onorevoli e senatori dovranno versare l’obolo del contributo di solidarietà sui loro generosi vitalizi. Un contributo dovuto anche dagli eletti nei consigli regionali e provinciali, oltre che dai “grand comis” degli organi costituzionali. Lo prevede un emendamento del relatore che di fatto estende anche a parlamentari e consiglieri il contributo dal 6 al 18% già previsto per le “pensioni d’oro” di importo superiore ai 90mila euro l’anno.
Il piano privatizzazioni «è vastissimo e non ci sarà un piano unico: andrà avanti a scaglioni.L’obiettivo è non perdere il controllo dei grandi asset nazionali», ha spiegato ieri il ministro dello Sviluppo Flavio Zanonato. Il piano «dovrebbe portare dai 10 ai 14 miliardi in cassa, tutti usati per ridurre il debito», ha aggiunto il ministro. «Andiamo in Borsa con Fincantieri e e altre operazioni di questo tipo ma non si tratta di privatizzazioni ma di operazioni in cui recuperiamo risorse»».
La Stampa – 13 dicembre 2013