Avessero partecipato solo i “soliti” Cospa l’assemblea dell’altra sera di Gazzo padovano, uno dei paradisi veneti delle vacche da latte, poteva essere archiviata come l’incontro in cui valutare effetti presenti e futuri della clamorosa ordinanza del Tribunale di Roma che, per la prima volta, ha ribaltato la vicenda delle multe per l’eccessiva produzione di latte, mettendo sotto scacco i funzionari di Agea, accusati di aver fatto modificare l’età delle mucche nell’Anagrafe nazionale e aver gonfiato ad arte il parco bovini.
«Certo – si è apprestata a spiegare l’avv. veronese Maddalena Aldegheri, seduta tra gli storici della “guerra” di Vancimuglio Mauro Giaretta e Ruggero Marchioron – si tratta di un mattone importante perché avvalora l’indagine dei Nac, individua il falso ideologico e il falso in atto pubblico e sostiene la prova che i dati di partenza sono falsi e quindi anche le multe».
Avessero partecipato solo i Cospa sarebbe finita con un applauso tra di loro per la caparbietà di aver intrapreso una battaglia legale dura e accidentata lunga 17 anni e ancora da finire, godendo di sospensive sì, ma pagando il prezzo del taglio di contributi e la gogna delle categorie agricole. E invece tra i 300 e passa allevatori assiepati in una sala troppo piccola si sono palesati anche associati di Coldiretti e di altri sindacati agricoli, piuttosto infastiditi da un fatto: «Non capiamo perché la Coldiretti che ci rappresenta non chiede alle autorità competenti il blocco delle rate finché non verrà fatta totale chiarezza nel merito della vicenda». Alcuni ci mettono pure la faccia: Giuseppe Benetti, Giacomo Dalla Riva, Fabio Bertinazzi, Severino Corrà, i Rossato Lodovico, Enrico, Domenico, Francesco Ranzolin, Mirco Rigon. A fine anno scade per loro e per tanti altri la decima rata di una serie di 14, rateizzazione voluta da Alemanno con la legge 119 del 2003, va dai 1.800 euro ai 25 mila euro di multa ciascuno. «Alla fine delle 14 rate – sbotta uno – avrò pagato 350 mila euro per una multa che non so neppure se è dovuta. Con quei soldi potevo comprare dieci campi».
Martino Cerantola, presidente provinciale Coldiretti, risponde a distanza e rimane con i piedi in due staffe: «Faremo pressioni per la difesa dei nostri associati con l’obiettivo di ottenere chiarezza – sostiene – se ci sono stati errori vanno restituiti i soldi. Ma non possiamo chiedere la sospensione delle multe, non è così semplice, l’adesione ha la firma individuale. Non ci nascondiamo in questa vicenda, ma vogliamo rimanere nella legge». A chiedere la sospensione delle multe ci proverà la Regione, in commissione agricoltura della Conferenza Stato-Regioni, come ha annunciato in sala l’assessore leghista Roberto Ciambetti. Come pure, alla luce della nuova ordinanza, si ritenterà alla Camera la carta dell’emendamento in legge di Stabilità. Imprese ardue. «Sarebbe necessario un comportamento di garanzia – sostieneMauro Giaretta, oggi coordinatore veneto Cospa – l’ordinanza di per sè non comporta la sospensione delle rate, ma è un passo nella direzione della falsità dei dati, quindi della non esigibilità delle multe».
A fine anno va pagata la decima rata prevista da Alemanno, ma c’è in vista pure la terza rata della legge 33/2009 voluta dall’allora ministro Zaia. Come pure il peso delle cartelle esattoriali per chi non ha pagato le multe, non ha aderito a rateizzazioni, non si è tutelato con i ricorsi. «Intanto dal 2003 ad oggi – ha ricordato Fabrizio Stella, direttore di Avepa, l’Agenzia veneta per i pagamenti che ha la delega nella riscossione delle quote latte – le aziende si sono dimezzate».
Giornale di Vicenza – 2 dicembre 2013