Anche se si tratta di una relazione di iniziativa (quindi non legislativa), alcune delle misure proposte saranno adottate dal Parlamento europeo nella riforma in corso dei controlli ufficiali nella catena alimentare
Nel corso dell’ultima riunione della commissione per l’ambiente, la sanità pubblica e la sicurezza alimentare del Parlamento europeo, è stata approvata all’unanimità la relazione sulle crisi alimentari, le frodi nella catena alimentare e il loro controllo, elaborata dall’onorevole Esther de Lange. Ora il documento dovrà essere votato in sessione plenaria a Strasburgo.
La questione delle frodi alimentari sta ricevendo sempre maggiore attenzione negli ultimi anni a seguito della scoperta di casi di etichettatura fraudolenta di alimenti e di altre frodi alimentari (vedi il recente scandalo della carne equina) che hanno inciso profondamente sulla fiducia dei consumatori europei.
Anche se si tratta di una relazione di iniziativa (quindi non legislativa), alcune delle misure proposte saranno adottate dal Parlamento europeo nella riforma in corso dei controlli ufficiali nella catena alimentare sui quali i deputati hanno il potere di co- decisione con il Consiglio.
Nel suo progetto di relazione la de Lange sottolinea come attualmente non esistano nella legislazione alimentare dell’UE delle disposizioni specifiche per affrontare la questione delle frodi alimentari e, al contempo non si dispone di statistiche sulla loro incidenza. L’ eurodeputata propone di prendere in considerazione la possibilità di definire la frode a livello armonizzato nell’UE, al fine di avere un quadro più completo possibile del fenomeno.
Il rapporto evidenzia come le frodi alimentari siano sempre più diffuse, cita esempi di sostituzione di farina biologica con farina normale, l’uso di sale da strada nei prodotti alimentari, uova “biologiche” provenienti da gabbie di batteria ma anche altri casi, come ad esempio la carne di cavallo “spacciata” come carne bovina, grassi contaminati dalla diossina utilizzati nei mangimi, pesce e frutti di mare etichettati come specie diverse.
Gli europarlamentari sostengono che le aziende alimentari spesso non conoscono l’origine del cibo da loro venduto, pertanto è necessario migliorare le norme sulla tracciabilità.
Chiedono che le misure anti-frodi diventino parte integrante della policy alimentare della Commissione europea.
Inoltre ritengono che il concetto di frode alimentare vada esteso alla sostituzione degli ingredienti chiave con quelli di qualità più scadente o più economici, all’uso improprio di loghi sul benessere degli animali e agli alimenti venduti oltre la data di scadenza.
Secondo la relazione olio d’oliva, pesce, prodotti biologici, cereali, miele, caffè, tè, spezie, vino, succhi di frutta, latte e carne sono stati tutti oggetto di attività fraudolente.
Il compromesso sull’origine
Sulla questione riguardante l’indicazione del paese di origine delle carni in etichetta, gli eurodeputati hanno approvato un compromesso.
Pur non ritenendolo uno strumento valido per la lotta alle frodi alimentari, è comunque un mezzo per garantire una migliore tracciabilità e dare ai consumatori informazioni più affidabili .
La relazione chiede che nelle prossime etichette sui tagli freschi di carne di maiale, agnello, pollame e capra venga indicato anche il “paese di nascita “, oltre al luogo di allevamento e di macellazione.
Diversi gruppi politici, tra cui i socialisti e i Verdi vorrebbero l’etichettatura obbligatoria anche per le carni negli alimenti trasformati come i piatti pronti, ma il gruppo di centro-destra è preoccupato per il costo.
In un compromesso, i deputati chiedono alla Commissione di pubblicare rapidamente la sua relazione sulla etichettatura dell’origine delle carni negli alimenti trasformati e di adottare una norma per renderli obbligatori, evitando però costi eccessivi e maggiori oneri amministrativi.
Un’altra commissione parlamentare ha invece proposto che le informazioni sull’ origine debbano essere indicate quando la carne costituisce più del 50 % del prodotto.
Sanzioni più severe
I parlamentari europei chiedono infine sanzioni più severe per le frodi alimentari. Sostengono che queste dovrebbero essere almeno il doppio dell’importo guadagnato attraverso la condotta fraudolenta.
Gli Stati membri dovrebbero introdurre sanzioni penali quando la salute pubblica è deliberatamente in pericolo o quando la frode riguarda prodotti destinati alle categorie di consumatori più vulnerabili.
Sicurezza Alimentare Coldiretti – 30 novembre 2013