In Regione ci sono assessori qualsiasi ma lui Remo Sernagiotto di Montebelluna, è uno speciale. Anzi, 38 special. Come il revolver a canna corta che tiene infilato nella cintola, celato a malapena da una giacca svolazzante
«Massì, mi fa compagnia da trent’anni, da quando facevo l’imprenditore e mi capitava di ricevere minacce dalla criminalità. Le forze dell’ordine mi suggerirono di acquistare una pistola per difesa personale e io seguii il consiglio. Poi ho lasciato l’azienda e sono entrato in politica ma ho deciso di mantenere il porto d’armi. Da assessore al Sociale giro tutto il Veneto, di giorno e di notte, molto spesso da solo. È una semplice precauzione, finora, fortunatamente, non mi è mai successo di farne uso». Eppure il suo gingillino a sei colpi, cromato e dotato di calcio in legno, appare in ottime condizioni: «Se mi esercito al poligono? Macché, mica sono un pistolero. Di tanto in tanto sparo qualche colpo nel bosco per evitare che si arrugginisca». Fa un po’ specie apprendere che il responsabile delle politiche sociali, con un raggio d’azione che comprende in particolare l’infanzia e gli anziani, gira abitualmente armato e non si separa mai (per dirla con Tex Willer) dal ferro da tiro: «Sono un uomo pacifico», sorride lui, 58 anni, portati con disinvoltura «mi occupo più di Unicef che di lotta alla delinquenza. Calibro 38 a parte, ieri Sernagiotto ha vissuto una giornata politica da protagonista. L’adesione al neonato gruppo di Forza Italia l’ha reso l’unico rappresentante del partito di Berlusconi in seno alla giunta di Luca Zaia, dominata da leghisti e pidiellini. Quasi un plenipotenziario. «Beh, sì, in effetti il mio ruolo politico nell’esecutivo si è accresciuto», sorride sornione pregustando la prossima tappa del suo cursus honorum, ovvero la candidatura al Parlamento europeo. Chissà se quei pignoli di Strasburgo avranno piazzato un metal-detector all’ingresso.
Filippo Tosatto – Il Mattino di Padova – 27 novembre 2013