Cuneo fiscale per lavoratori e imprese, prelievo sulle pensioni d’oro, nuove regole sulle cartelle esattoriali e per gli ecobonus. Sono solo alcune delle novità contenute nel maxiemendamento alla legge di Stabilità, che ha incassato la fiducia del Senato martedì notte. Ecco, voce per voce, le sintesi delle ultime correzioni .
Cuneo fiscale/1 Per i lavoratori detrazione fino a 225 euro
Il taglio al cuneo fiscale si concentra per pesare di più nel portafogli dei beneficiari. Il Senato si ferma alla soglia di 35mila euro lordi, con il risultato che chi si trova nella fascia tra i 15mila e i 18mila euro potrà avere uno sgravio medio di 225 euro annui. Secondo una simulazione dell’Ufficio studi Cna – Politiche fiscali, se chi guadagna fino a 15mila euro annui con la proposta governativa originale poteva contare su una detrazione di 1.338 euro, ora con la correzione della curva approvata l’effetto sale fino 1.570 euro.
In sostanza 232 euro annui in più che finiscono direttamente sulla busta paga del lavoratore. Via libera anche all’emendamento che ritocca l’intervento sulle tariffe Inail: l’Istituto potrà rivederle nel prossimo triennio, si rivalutano gli indennizzi per danno biologico e vengono aumentati i massimali di calcolo per le rendite ai superstiti (120 milioni annui a beneficio dei lavoratori). Confermati gli sconti Irap sulle assunzioni.
Cuneo fiscale/2 Tagli ai premi Inail del 14% e sgravio Irap sulle assunzioni
Vale 3,3 miliardi nel prossimo triennio il taglio al cuneo fiscale a beneficio delle imprese che passa per l’intervento sui premi e i contributi obbligatori Inail (115 sono a favore dei lavoratori). La riduzione dei premi sarà determinata con un decreto del ministro del Lavoro, da varare di concerto con l’Economia e su proposta dell’Inail, dice il testo della Stabilità. In prima applicazione la norma dovrebbe determinare un taglio per le aziende pari al 14% il primo anno, del 15,5% nel 2015 e del 17% nel 2016.
Ma anche su questo fronte è arrivata una correzione che apre la strada a una revisione più complessiva delle tariffe, ferme da anni, sulla base dei parametri infortunistici registrati dall’Inail. Inail, va ricordato, dovrà anche verificare la sostenibilità economica, finanziaria e attuariale del taglio ai premi obbligatori dopo il 2016. L’altro fronte di taglio al cuneo favorevole ai datori di lavoro, non modificato, prevede la defiscalizzazione Irap sulle nuove assunzioni.
Equitalia, le sanzioni si pagano ma senza gli interessi
Tra le novità inserite nella legge di stabilità durante la discussione in commissione al Senato, anche la possibilità di pagare le cartelle esattoriali senza interessi (ma imposte e sanzioni si pagheranno al 100%). L’obiettivo è recuperare risorse sbloccando il contenzioso. Entro il 30 maggio 2014 gli agenti della riscossione informeranno i debitori attraverso posta ordinaria che entro in 30 giugno 2014 potranno decidere di aderire versando almeno il 50% della somma dovuta. Il restante importo dovrà essere versato entro il 16 settembre 2014. L’obiettivo di migliorare i rapporti tra fisco e contribuenti è una vecchia battaglia del centrodestra. Ma in questo caso non si tratta di una rottamazione dei ruoli sulla falsariga del condono del 2003 proposto dall’allora Governo Berlusconi. Una ipotesi, quest’ultima, respinta al mittente con forza dagli esponenti del Pd.
Banche e assicurazioni. Portabilità solo per i servizi
Per banche, assicurazioni e altri intermediari finanziari torna la deducibilità in cinque anni per le svalutazioni e le perdite sui crediti verso la clientela. La legge di stabilità, già nella stesura del governo, cancella l’attuale meccanismo che spalmava l’operazione in 18 anni per le quote iscritte a bilancio almeno per la parte eccedente lo 0,30%. Ora invece queste poste diventano deducibili in quote costanti dall’esercizio in corso in cui sono iscritti a bilancio e nei quattro successivi.
Con maggiore vantaggio per le banche e le assicurazioni che a fronte di un credito non esigibile subiscono immediatamente la perdita in bilancio. In arrivo, grazie alle modifiche introdotte in Commissione al Senato, la possibilità per i risparmiatori di trasferire, senza costi aggiuntivi, a un nuovo conto corrente presso un’altra banca i servizi di pagamento di cui usufruiscono con il conto corrente.
Infrastrutture. Più risorse all’Anas, meno al Mose. Fondo unico Expo
Poche modifiche al Senato per il settore delle infrastrutture, dell’edilizia e della casa: 150 milioni in più per gli investimenti Anas, che vengono allargati dalla sola manutenzione alla realizzazione di alcune opere mirate, 600 milioni al Fondo di garanzia per la prima casa e 130 milioni per la terza corsia della Venezia-Trieste. Per il Mose sono sottratti 49 milioni dallo stanziamento 2014 per spostare le risorse al 2017.
Rinviata la partita sulla realizzazione degli stadi (ma resta la norma originaria di rifinanziamento di 45 milioni in tre anni del fondo per gli impianti sportivi) un intervento drastico c’è stato sull’Expo: per evitare che vadano disperse risorse, il ministro Lupi ha voluto costituire un fondo unico. Tutti i finanziamenti relativi alle opere del cosiddetto “tavolo Lombardia” confluiscono in un fondo, iscritto nello stato di previsione del ministero delle Infrastrutture: in questo modo potranno essere reimpiegate in tempi rapidi.
Ecobonus, pieno di investimenti con i bonus
Nessuna modifica alla norma che ha prorogato per il 2014 gli sgravi fiscali Irpef per i lavori di ristrutturazione edilizia e di efficientamento energetico rispettivamente al 50% e al 65%. Dal dossier Camera-Cresme (si veda servizio a pagina 11) è arrivata ieri la conferma che le due misure costituiscono effettivamente uno strumento decisivo per la crescita in edilizia con una stima degli investimenti annui di 1,9 miliardi, oltre un punto di Pil.
Il Senato non ha proposto modifiche alla norma, ma alla Camera si annuncia battaglia. Una mozione (primi firmatari Realacci-Capezzone) approvata all’unanimità dalle commissioni Ambiente e Finanze della Camera chiede di stabilizzare i due strumenti oltre il 2014, evitando il ritorno a una detrazione del 36%, prevista a legislazione vigente peril 2015. Realacci attacca ancora su questo punto e annuncia che riproporrà l’inserimento nella legge di stabilità di una norma che stabilizzi una volta per tutte lo sgravio
Partecipate, privatizzazioni cancellate
Addio alle “privatizzazioni” delle società partecipate dei comuni. Giro di vite sui bilanci in rosso e manager licenziabili se la cattiva gestione dura troppo a lungo. Il maxiemendamento alla legge di stabilità cancella la norma che prevedeva le vendite obbligatorie per le aziende dei Comuni fino a 50mila abitanti (a partire dal 2010 e poi rinviate da una serie di proroghe) e niente privatizzazione delle società strumentali, cioè quelle che lavorano quasi solo con la Pa controllante, e che la spending review (Dl 95/2012) di Monti chiedeva di vendere o chiudere entro il prossimo 31 dicembre.
La norma “corretta” sulle partecipate imprime una stretta sui conti: gli enti che posseggono società in perdita avranno l’obbligo di accantonare riserve e dal 2017 scatta la chiusura obbligatoria delle aziende con i bilanci in rosso per quattro anni consecutivi. Dal 2015, la possibilità di “licenziare” gli amministratori delle aziende che chiudono in perdita per due anni consecutivi, considerata «giusta causa» ai fini della revoca dell’incarico. Arriva un taglio del 30% ai compensi dei manager delle società controllate e titolari di affidamento in house che chiudono in perdita per tre anni consecutivi.
Election Day, alle urne di domenica fino alle 23
Election day, un’ora in più per votare, taglio della burocrazia nei seggi. Con un risparmio di 100 milioni per le casse pubbliche. Il pacchetto “elettorale” nella legge di stabilità supera l’esame del Senato con qualche modifica in più rispetto al testo entrato a Palazzo Madama. Se il ddl del governo prevedeva già che dal 2014 le consultazioni elettorali e referendarie si svolgessero nella sola giornata di domenica (e non più anche il lunedì fino alle 15), il maxi emendamento allunga i tempi fissando l’apertura dei seggi dalle 7 alle 23.
Nel caso in cui sia stata pronunciata la decisione di annullamento delle elezioni comunali non si prevede più che il rinnovo delle consultazioni avvenga entro tre mesi dalla data in cui la decisione di annullamento diventa definitiva, ma si rinvia al «primo turno elettorale utile». Restyling per le schede elettorali, che diventano più piccole con una collocazione più razionale dei simboli delle liste ammesse. Altri tagli di spesa arriveranno grazie allo sfoltimento di alcuni adempimenti burocratici nell’ambito del procedimento elettorale. Si riducono anche gli spazi gratuiti messi a disposizione dai comuni ai partiti per i manifesti elettorali: della metà nei comuni tra i 10mila e i 500mila abitanti, di un terzo in quelli con più di 500mila abitanti.
Il Sole 24 Ore – 27 novembre 2013