Il Grande Fratello s’è assopito, e non s’è ancora risvegliato. Dalla notte di lunedì, apparentemente tramortiti da un banale seppur potente sovraccarico di tensione elettrica, i cinquemila cervelloni stipati negli scantinati della Sogei, la società controllata dal ministero dell’Economia alla quale lo Stato ha affidato i sistemi informatici e le linee dei call center dell’Agenzia delle Entrate, di Equitalia, dell’Agenzia delle Dogane, del Catasto, della Guardia di Finanza, l’anagrafe dei conti bancari, l’infrastruttura telematica dei medici di famiglia e pure le scommesse sul calcio date in concessione dai Monopoli, sono spenti. E nessuno sa quando ripartiranno.
Chi doveva pagare una cartella esattoriale che magari scadeva ieri non lo può fare, i medici non possono trasmettere ai datori di lavoro i certificati di malattia, mentre nei porti e ai valichi di frontiera con la Svizzera, per gran parte della giornata di ieri, hanno dovuto ritirare fuori le penne ed i vecchi moduli dai cassetti e compilare le dichiarazioni doganali a mano. Gli istituti di credito hanno dovuto interrompere la trasmissione al fisco dei dati e delle operazioni bancarie, obbligatoria per legge da qualche tempo a questa parte.
Fermi i siti internet, bloccati i servizi telematici, muti i call center telefonici, che transitano anch’essi sulla rete telematica della Sogei, email fuori uso e parapiglia negli uffici preposti ai rapporti con gli utenti, che senza collegamenti con le rispettive basi non sapevano letteralmente che pesci pigliare. Né cosa dire, se non un imbarazzato «provi a ripassare domani». Che non è esattamente ciò che uno vorrebbe sentirsi dire nel momento in cui sta pagando una tassa arretrata, con tanto di sanzioni e interessi.
Ancora nella tarda serata di ieri i cervelloni del Grande Fratello, macchine che immagazzinano un petabyte di dati (per avere un’idea scrivete 10 e metteteci dietro 15 zeri) erano in gran parte fuori uso. Alcuni servizi sono ripartiti nel corso della giornata, come la rete delle Dogane, resuscitata verso le sei del pomeriggio. Qualche sito internet si è riacceso, ma i servizi no, ancora non funzionano.
Corriere della Sera – 26 novembre 2013