VERONA — Il sospetto era venuto a più di qualcuno: come fa un vigneto di 14 ettari, peraltro mal tenuto, a produrre 80 tonnellate di uva destinata a trasformarsi in prestigiose bottiglie di Recioto e Amarone della Valpolicella? Insospettiti da questa super produzione alcuni viticoltori di Tregnago, hanno chiamato i carabinieri e chiedesto di fare un controllo approfondito sul vicino di casa agricoltore.
Due giorni di sopralluogo, una relazione e uno studio della società di certificazione del Ministero, ed è arrivato il conto: il viticoltore Antonio Aldegheri, titolare dell’omonima azienda agricola in via Calavena, è stato denunciato assieme alla moglie e alla sorella (co-titolari) per frode in commercio aggravata.
I militari hanno sequestrato 80 tonnellate di uva destinata a divenire vino, e 35mila litri di vino che sarebbero stati etichettati con la denominazione Valpolicella Doc. Se prima della vendita non fosse intervenuto il sequestro i tre avrebbero indebitamente guadagnato 600mila euro. I militari del Nas di Padova, si erano presentati all’azienda agricola nel periodo della vendemmia.
Trattandosi di vino pregiato, il Nas si è avvalso della collaborazione dalla Siquiria spa di Soave, ente privato che lavora per il Ministero delle politiche Agricole, che controlla le operazioni di raccolta e spremitura, conservazione e fermentazione delle uve. Stando a quanto risulta alle indagini pare che le regole, alla cantina Aldegheri, non siano state rispettate. Le vigne innanzitutto: un agricoltore sa che per avere buon vino i filari devono essere ben tenuti, preservati dalle infestazioni di parassiti, opportunamente potati, sfalciati alla base, con una distanza certificata tra un filare e l’altro, in modo da «far respirare» i grappoli sani, togliendo quelli deteriorati o rovinati. E questo è stato il primo campanello d’allarme perché i filari di Aldegheri, stando alle denunce, non apparivano affatto in buono stato. E poi è servito fare dei conti: un appezzamento come quello dell’azienda agricola in questione, stando ai calcoli, avrebbe potuto produrre al massimo 40 tonnellate di uva: la procedura vuole che poi quest’uva venga portata successivamente in un «fruttaio», che è il luogo in cui il prodotto viene fatto macerare. A diversi tempi di macerazione corrisponde il recupero del Recioto e dell’Amarone doc. I calcoli del fruttaio però non tornavano, perché Aldegheri avrebbe portato a macerare molta più uva rispetto alla capacità del suo vigneto, arrivando a 80 tonnellate. Da dove veniva quell’uva in più? Le bolle di accompagnamento in mano ad Aldegheri specificavano che la provenienza di quel materiale non era della zona, e che non si poteva pregiare della denominazione Valpolicella. Ed è scattata la denuncia. «Quell’agricoltore non è tra i nostri soci – sottolinea il presidente del Consorzio Valpolicella Christian Marchesini -, l’intervento è stato fatto su nostra segnalazione. Il nostro è un marchio di garanzia, e i controlli sono fondamentali per garantire l’eccellenza dei nostri prodotti».
Roberta Polese – Corriere del Veneto – 24 novembre 2013