Che fine ha fatto il portale della trasparenza che il ministero della Salute avrebbe dovuto stivare con 6 milioni di fondi Cipe? La domanda – lecita – è arrivata a stretto giro dal presidente del Veneto Luca Zaia, subito dopo la presentazione alla scampa del sito “doveecomemicuro.it”.
Al governatore, che i’ “operazione” sia stata di fatto lasciata all’iniziativa dei privati, proprio non è andato giù. Sarà perché il Veneto, a leggere quest’ultima top ten degli ospedali, non brilla come invece risulta da altre classifiche (come i “bersagli” del Mes Sant Anna). Sarà perché Zaia – opinione sua – trova «assurdo che una classifica venga redatta da privati utilizzando dati pubblici». La domanda vera, forse, è un’altra E ha molto a che fare, ma non solo, con quei 6 milioni che – come ha ricordato il governatore – andrebbero destinati a un portale pubblico su «uniformità dell’assistenza, qualità delle cure e monitoraggio costante dell’efficienza ed efficacia dei servizi sanitari». Perché, sviene da chiedersi, con i soldi che si avevano a disposizione, con il via libera a procedere incassato dalla Conferenza Stato-Regioni, con il Programma Esiti in piedi da quattro anni e con tanti altri dati ornai a portata di mano, alla “rivoluzione trasparenza” il ministero non ha ancora pensato? Forse quello che davvero manca in Italia è una rivoluzione culturale, che ponga davvero il paziente al centro del Servizio sanitario nazionale e gli consegni le “chiavi” del suo diritto alla salute.
Il Sole 24 Ore sanità – 5 novembre 2013