Sopresse sequestrate, è arrivata la risposta dell’Usl 8: confermata la presenza del batterio killer Escherichia Coli O 157 verocitotossico, le sopresse vanno distrutte immediatamente perché altamente pericolose per la salute dell’uomo.
Il sequestro era avvenuto la scorsa primavera a Valdobbiadene, la merce era stata trovata nel magazzino di un piccolo produttore di San Pietro di Barbozza. Per la precisione, dieci sopresse di suino del peso di 1,4 chilogrammi ciascuna, sequestrate dopo un controllo a campione da parte dei tecnici dell’Usl 8. Dopo il sequestro, gli accurati controlli, per accertare la pericolosità del ceppo batterico riscontrato.
E pochi giorni fa, il 14 ottobre, ecco i risultati del Dipartimento di Prevenzione dell’Usl (Servizi Veterinari di Montebelluna), che confermano le ipotesi peggiori: il microrganismo trovato nelle sopresse «presenta una elevata patogenicità per gli esseri umani, e non è prevista la ripetizione delle analisi in quanto il patogeno presenta una distribuzione non omogenea all’interno della massa. Di conseguenza, la positività è elemento sufficiente per l’esclusione dei prodotti dal consumo umano, e pertanto si chiede l’emissione di un’ordinanza di distruzione della merce».
Il messaggio, recapitato via Pec al Comune di Valdobbiadene, è stato recepito immediatamente dal sindaco Bernardino Zambon, che ha disposto la distruzione degli alimenti a cura della stessa Usl 8. Quelle sopresse infette, quindi, non torneranno mai in circolazione: ed è un miracolo che non fossero già state vendute prima di essere sequestrate. Le indagini erano partite dopo che l’Escherichia Coli aveva contaminato un bambino di Treviso, finito all’ospedale in gravi condizioni. Tra tutte le aziende agricole controllate, solo in quella di Valdobbiadene era stato riscontrato un ceppo del pericoloso batterio. Un’azienda per fortuna di piccole dimensioni, e con una produzione limitata, tanto che molti degli insaccati prodotti non venivano immessi sul mercato, ma regalati a parenti e amici. Anche il suino dal quale provengono le sopresse era stato macellato all’interno della stessa azienda. Nei giorni immediatamente successivi al sequestro, l’Usl e il Comune avevano intensificato i controlli, senza riscontrare altre irregolarità. Dopo l’eliminazione delle dieci sopresse contaminate l’allarme sarà definitivamente rientrato.
La Tribuna di Treviso – 21 ottobre 2013