Quest’anno i volontari delle associazioni animaliste hanno intensificato i controlli degli allevamenti. Due guardie zoofile scoprono una cessione illegale di animali da uccidere con il rito islamico e rischiano di essere investite
Due guardie zoofile quasi investite dalle auto e momenti di tensione allo scambio di agnelli tra allevatori e marocchini nei giorni scorsi in vista della festa del sacrificio islamico.
La zona di Arzignano è più o meno la stessa in cui nell’ottobre del 2012 le guardie zoofile dell’Ente nazionale protezione animali erano intervenute per bloccare la vendita degli agnelli in alcuni allevamenti. E dove da sabato scorso, per tre giorni, si sono fronteggiati nuovamente da una parte gli islamici e gli italiani impegnati nello scambio degli animali in vista del rito di devozione ad Abramo e dall’altra i volontari dell’Enpa e della Lec, che hanno aumentato i controlli su una pratica che è illegale svolgere privatamente.
«Stavolta però, visto quanto accaduto lo scorso anno, il tutto è avvenuto al di fuori degli allevamenti – spiega Renzo Rizzi, portavoce del Coordinamento protezionista vicentino – con l’attività di vendita organizzata lungo i fossati o comunque direttamente in mezzo ai campi, nella zona del depuratore di Tezze, dove era stato portato il gregge e dove gli animali venivano abbandonati legati e pronti per essere ritirati dagli islamici. Così era più semplice scappare in caso di controllo».
Il momento di tensione più forte è avvenuto domenica mattina, quando due agenti delle guardie zoofile hanno seguito nei campi un pick-up e una station wagon che si apprestavano allo scambio degli agnelli incaprettati dal bagagliaio di un’auto all’altra. Quando le due guardie sono intervenute, chiedendo i documenti, gli occupanti del pick-up si sono dati alla fuga, innestando la retromarcia, seguiti dalla station wagon: gli agenti si sono ritrovati in mezzo ai veicoli e si sono gettati nel fossato per non essere investiti. È scattata così per quattro persone, in corso di identificazione, la denuncia alla procura di Vicenza dal Coordinamento protezionista vicentino per maltrattamento animali, resistenza a pubblico ufficiale e mancata esibizioni dei documenti.
Leggi tutto il servizio del Giornale di Vicenza – 20 ottobre 2013