«Temo che il ragionamento sui costi standard sia ormai fuori moda. Li abbiamo attesi per anni e da tempo sono considerati la soluzione migliore per eliminare gli sprechi e rendere più efficiente il sistema sanitario, ma dopo tanti anni di discussione non sono ancora stati definiti».
Il direttore generale della sanità veneta Domenico Mantoan ha aperto la seconda giornata del convegno “Motore Sanità” dimostrandosi perplesso sull’applicazione dei costi standard nelle aziende sanitarie regionali. Pur sostenendo la loro efficacia il manager appare scoraggiato sulla loro applicazione. «L’estate scorsa sono state selezionate le cinque regioni benchmark per il riparto dei finanziamenti destinati alla spesa sanitaria 2013, ma le tre regioni di riferimento, e quindi quelle più virtuose in base ai calcoli dei costi standard, non sono ancora state scelte» ha aggiunto. «Dobbiamo continuare a illuderci? Temo che con la nuova legge di stabilità saremo costretti a tornare sui costi storici». Nella Scuola Grande di San Giovanni Evangelista, Mantoan ha aperto con queste parole il workshop dedicato all’applicazione dei costi standard, in cui si è discusso dei vari metodi di applicazione del modello. L’intervento di Adriano Lagostena, direttore generale Ospedali Galliera di Genova, si è incentrato proprio sulle definizione degli standard nel contesto dei tagli lineari che, negli ultimi anni, le aziende sanitarie hanno fronteggiato in modo costante. «L’obiettivo è spendere meglio e farsi trovare pronti» ha detto Lagostena. «Se i costi standard vengono calcolati correttamente e aggiornati in base al rapporto fra spesa e prestazioni, anche con l’applicazione dei tagli possiamo garantire alti livelli di efficienza». Il convegno “Motore Sanità” è proseguito con il workshop dedicato alla libera circolazione dei servizi nel mercato interno europeo, sancita dalla direttiva Bolkestein nel 2006. Tra dieci giorni entra in vigore la direttiva che definisce i diritti dei pazienti nell’accesso all’assistenza sanitaria transfrontaliera, garantendo qualità e sicurezza delle prestazioni fornite in un altro stato dell’Unione europea. Il direttore generale Mantoan, ha invitato alla prudenza: «La direttiva sulla mobilità transfrontaliera è un passo avanti nella costruzione di una Europa dove i cittadini possono muoversi senza frontiere» ha detto. «Ma è importante che la sua applicazione da parte dell’Italia sia effettuata con prudenza. I sistemi sanitari regionali oggi sono indeboliti da anni di blocco delle risorse e potrebbero essere messi in difficoltà da fenomeni di mobilità di pazienti non regolamentate».
Il Mattino di Padova – 17 ottobre 2013