Lo rivela la bozza della manovra. Ma fonti di maggioranza, dopo l’allarme del ministro della Salute, annunciano un dietrofront del governo sulla stretta. Franceschini: “Numeri infondati”. Il titolare dell’Economia resta prudente: “Ottimista per accordo con le Regioni”. I sindacati: “Siamo allo stremo”. Il testo della bozza
Il governo rassicura, ma la bozza della legge di stabilità parla chiaro: i tagli alla sanità ci saranno. E ammontano a più di quattro miliardi di euro in tre anni. Nella bozza della manovra ci sarebbero, infatti, riduzioni della spesa sanitaria per un miliardo nel 2014 ed ulteriori diminuzioni dei finanziamenti al comparto anche nel 2015 e 2016. Nel dettaglio i tagli al finanziamento del Fondo sanitario nazionale ammontano a 2,650 miliardi in tre anni, di cui 500 milioni nel 2014, 1,040 miliardi nel 2015 e 1,110 miliardi a decorrere dal 2016.
Alla cifra di 2,650 mld vanno sommate altre due voci. Ossia la rideterminazione dei tetti della spesa farmaceutica territoriale e ospedaliera (dall’11,35% all’11,3% e dal 3,5% al 3,3%), che produrrà un effetto finanziario complessivo di 220 milioni di euro annui per un risparmio nel triennio di 660 mln. E la riduzione dei tetti per le prestazioni di assistenza ospedaliera e specialistica acquistate dagli erogatori privati accreditati, che avrà un effetto finanziario di 280 milioni di euro l’anno pe un totale nel triennio di 840 mln.
Quindi, facciamo i conti: 2,650 miliardi sottratti al Fondo sanitario nazionale, più 660 milioni in meno al tetto per i farmaci, più 840 in meno alla spesa ospedaliera, fanno appunto un totale di 4,150 miliardi in tre anni.
Fonti di maggioranza fanno però trapelare che il governo sarebbe intenzionato a tornare indietro e dunque dalla legge di stabilità sarebbe escluso il temuto colpo di forbice che avrebbe colpito i bilanci regionali. L’orientamento dell’esecutivo, spiegano, è di procedere piuttosto a risparmi di spesa in forza di riorganizzazioni funzionali. In sostanza misure in grado di aumentare l’efficienza del sistema. Il ministro degli Affari regionali Graziano Delrio cerca di tranquillizzare: “Stiamo lavorando per evitare ulteriori sacrifici alla gente e per evitare tagli agli enti locali e alla Sanità” dice ai giornalisti, lasciando Palazzo Chigi.
Poi arriva il titolare dei Rapporti con il Parlamento Dario Franceschini e smentisce le anticipazioni circolate nelle ultime ore: “Stanno arrivando alle redazioni dei giornali e delle agenzie di stampa notizie e numeri di tutti i tipi sui contenuti della legge di Stabilità. Si tratta di anticipazioni quasi sempre infondate – chiarisce il ministro – che si susseguono ad una velocità tale da renderne impossibile smentite puntuali”.
“Il lavoro del governo – precisa Franceschini- è ancora in corso. Ai fini di una corretta informazione non c’è molto da aspettare: il Cdm di domani pomeriggio approverà la legge di stabilità”.
Da Lussemburgo, dove si trova per partecipare all’Eurogruppo, il ministro dell’Economia, Fabrizio Saccomanni, è stato più cauto sulla questione: “Siamo in contatto con i presidenti delle Regioni e penso che alla fine si troverà una soluzione equa per tutti”, ha detto ai giornalisti.
In mattinata a invocare uno stop ai tagli è stato proprio il ministro della Salute Beatrice Lorenzin, dopo l’allarme lanciato dai governatori delle Regioni: “Ho detto con grande chiarezza – ha precisato nel corso di un convegno a Roma – che il Sistema Sanitario nazionale non può sopportare i tagli che abbiamo letto sui giornali, da 1,5 a 3 miliardi”. Pena il rischio di “far saltare il sistema stesso” e non riuscire a “garantire i livelli essenziali d’assistenza e l’erogazione dei farmaci”. E ha aggiunto che tali cifre devono rimanere “rumors da scantinato del ministero dell’Economia”
Un allarme condiviso anche dal segretario Pd Guglielmo Epifani e dalla Cgil Sanità: “Il sistema è stato spremuto come un limone – hanno detto Cecilia Taranto, segretaria nazionale Fp-Cgil, e Massimo Cozza, segretario nazionale Fp-Cgil Medici – siamo al limite della sussistenza”.
Anche il presidente Farmindustria Massimo Scaccabarozzi non nasconde la sua preoccupazione: “Se fossero confermate le sorprendenti indiscrezioni – ha detto – a cui vorremmo non credere, che circolano in questi giorni su ulteriori tagli alla spesa farmaceutica, il Governo approverebbe, nei fatti, un piano tragicamente efficace: Destinazione Estero. L’esatto opposto del Piano “Destinazione Italia”. Gli fa eco Gabriele Pelissero, presidente nazionale dell’Aiop, l’Associazione italiana dell’ospedalità privata: “E’ evidente che di questo passo non riusciremo a rimanere nell’Europa della sanità”, proprio alla vigilia della ‘caduta delle frontiere’ che permetterà la libera circolazione dei pazienti nel Vecchio Continente.
Repubblica – 14 ottobre 2013