Ieri una seconda sentenza del Tribunale di Napoli ha ribadito le ragioni di illegittimità del redditometro. Un dispositivo emesso dal giudice Antonio Lepre (prima di lui si è espressa una settimana fa la collega Valentina Valletta) definisce il redditometro come uno «strumento con potere oltre quello dell’ispezione fiscale», quindi potenzialmente lesivo della privacy della persona.
La sentenza, datata 30 settembre, afferma anche che l’accertamento fiscale è «effettuato su parametri asettici e del tutto astratti e non su dati concreti».
2 ottobre 2013