Contro i cinghiali sulle Torricelle (e sulle altre zone collinari a nord della città) interviene il Comune. È stato il sindaco Flavio Tosi, ieri mattina, a firmare l’ordinanza per consentire l’abbattimento dei cinghiali nel territorio cittadino.
Un provvedimento che permetterà a delle squadre di cacciatori coordinate dalla polizia provinciale di prendere parte a battute mirate nell’area compresa tra Quinzano, Avesa, Valpantena, Valsquaranto e Pian di Castagnè. L’unica eccezione sarà il sito di interesse comunitario «Val Galina e Progno di Borago», off-limit per ogni tipo di caccia. L’ordinanza del sindaco permette, inoltre, di aggirare l’obbligo della segnalazione di danni a colture prima di far intervenire le squadre di cacciatori. Sarebbe questa, infatti, «la normale amministrazione» in termini di controllo della specie al di fuori della stagione di caccia (che va da novembre a gennaio). Con il provvedimento, invece, sarà possibile intervenire per «ragioni di sicurezza», a prescindere dall’impatto vero e proprio dei cinghiali sul territorio. «La diffusione rapida e incontrollata di questi animali – dice Tosi – ha portato a un aumento delle incursioni nelle proprietà private. A causa della loro stazza e aggressività, i cinghiali possono arrecare danni alle proprietà, in particolar modo ai prati e ai fondi agricoli, oltre a essere fonte di pericoli per la sicurezza stradale. Da qui la necessità del provvedimento, per consentire la cattura o l’abbattimento di quegli animali potenzialmente pericolosi che sconfinano dai loro territori».
In prossimità delle zone abitate sarà, però, vietato sparare: l’unica operazione consentita sarà la cattura tramite «chiusini», delle gabbie munite di esca, solitamente una pastura a base di mais. In ogni caso, anche se catturati vivi gli animali saranno abbattuti. «Non c’è altro modo – spiega la comandante della polizia provinciale, Anna Maggio – i cinghiali non possono essere rilasciati a chilometri di distanza, potrebbero tornare sul luogo». Non è previsto, inoltre, neppure un limite d’età, come avviene invece per la caccia. Ma chi ha segnalato il problema dei cinghiali in collina rimane scettico sull’efficacia delle battute. «Mi fa piacere che il Comune sia intervenuto – dice Riccardo Tomezzoli, residente in Strada del Costolo, appena fuori Avesa – ma purtroppo la precedente ordinanza di gennaio non ha dato i risultati sperati. La squadre vengono di giorno e non fanno appostamenti, dalle mie parti hanno preso l’altra volta un cinghiale soltanto e solo perché, facendo un’eccezione, qualcuno si è fermato dopo il tramonto. Il problema esiste ed è serio, dove vivo ne posso avvistare ogni sera, e in alcuni casi, specie se si tratta di madri con cuccioli sono aggressivi». Sono le norme specifiche – precisa Fabio Venturi, assessore provinciale all’Ambiente – a vietare la caccia notturna. «Non è possibile farla, anche i nostri cacciatori sarebbero ben contenti. Ma i risultati li abbiamo ottenuti. Sui circa 600 cinghiali abbattuti nel corso dell’ultimo anno in provincia, 450 sono stati cacciati durante la stagione, i restanti 150 sono stati soppressi durante operazioni di contenimento». Critiche le associazioni ambientaliste. «Non si capisce perché pianificare una strage – sostiene Romano Giovannoni dell’Enpa – quando i cinghiali sulle Torricelle li ha importati l’uomo. Perché non trasferirli in altri siti di ripopolamento? C’è da dubitare, inoltre, che degli erbivori possano risultare così pericolosi come taluni sostengono».
Davide Orsato – corriere di Verona – 25 settembre 2013