Inversamente proporzionale. E la dimostrazione che si è «grandi» per la propria unicità e non tanto per la stazza fisica. A migliaia da giorni seguivano la sua storia. La storia di Charlie. Il cavallo così lillipuziano da essere più piccolo di un pony.
Sotto i 150 centimetri al garrese, la misura dei cavalli «mignon». E Charlie arriva sì e no a sessanta. E proprio nella sua piccolezza Charlie ha trovato la sua grandezza. Già, perchè Charlie è il «pony» più famoso del mondo, tanto da essere citato anche nel Guinness dei primati. Insomma, un cavallo bonsai che proprio per la sua unicità ha un valore inestimabile. E forse per questo Charlie, oltre che un’attrazione è diventato una preda. Tanto da essere rapito, una settimana fa a Città di Castello, nel Perugino. Rapimento finito bene per lui, fortunatamente, visto che Charlie è stato trovato in un campo a Peschiera.
Sul rapimento hanno indagato e indagano i carabinieri della cittadina perugina. E mezza Italia si è appassionata alla storia del cavallo di Lilliput. «Per me è come un figlio – ha detto in molti appelli Bartolo Messina – Sono svuotato, distrutto». Chissà se presi dal rimorso o dal fatto che Charlie proprio perchè unico non può facilmente essere rivenduto, i rapitori lo hanno rilasciato. E ieri, tra Facebook e la «rete» per la liberazione di Charlie è stato un tripudio. «Il proprietario – racconta il comandante della compagnia dei carabinieri di Città di Castello Alfredo Cangiano – ci ha chiamato per dirci che aveva trovato Charlie in un campo a Peschiera, dopo che una telefonata anonima gli ha indicato il luogo dove ritrovarlo». Stando al proprietario non sarebbe stato pagato alcun riscatto. Charlie se se l’è vista brutta. E poi, abbandonarlo nella terra della pastissada de caval…
Angiola Petronio – 20 settembre 2013