Bonfante, leader del sindacato dei medici: «Il rischio è che pensino prima ai voti che alla salute»
«È indubbio che alla sanità del Veneto Orientale serva subito l’ospedale unico. E però sbagliato far scegliere il sito alla politica: la logica deve essere esclusivamente tecnico sanitaria». Il dott. Gianfranco Bonfante, segretario aziendale e componente della segreteria regionale dell’Associazione medici dirigenti Anaao-Assomed, interviene sul tema che in questi giorni sta facendo discutere ed accapigliare i sindaci del Veneto Orientale. «Grazie alla spinta del direttore generale, finalmente si è capita l’urgenza di realizzare al più presto un’unica struttura ospedaliera – sostiene Bonfante – unica strada per avere tecnologie di cura e assistenza sanitaria adeguate a garantire la salute della popolazione, impedire le fughe dei migliori medici oltre che dei pazienti. Purtroppo ci sono ancora opposizioni strumentali di alcuni che sembrano poco interessati alla qualità delle cure sanitarie alla popolazione del Veneto Orientale. I medici sanno che siamo in ritardo di oltre vent’anni, e che non si può più sottostare a quelle politiche che hanno finora tenuto bloccato il Veneto Orientale impedendo cosi di realizzare un modello moderno di ospedale che funziona. La scelta del sito del nuovo ospedale deve essere fatta in base a logiche di efficienza sanitaria e di accessibilità dei cittadini di tutto il territorio e non sul mero calcolo egoistico dei voti che si possono prendere. Come per la scelta del sito di un aeroporto bisogna valutare le popolazioni da servire, le logiche di volo, le dimensioni degli aerei e le norme di sicurezza, e a tutti pare assurdo pensare, chessò?, di farlo in piazza San Marco solo per favorire gli utenti di Venezia. Così l’ospedale non può essere collocato dentro un centro urbano congestionato e scarsamente accessibile». La lite tra Portogruaro e San Donà sembra riproporre vecchi schemi campanilistici.
«Non è tanto questione di campanilismo – sostiene Bonfante – quanto una vecchia logica politica di garantire posti di lavoro sotto casa. Una volta che si sono presi i voti questo tipo di politici si dimentica sempre a cosa serva un’assistenza ospedaliera di qualità. Sarebbe gravissimo e ciascuno dovrà assumersi una grave responsabilità verso le generazioni future del Veneto Orientale se non si facesse al più presto un ospedale moderno e nel posto giusto con il rischio reale di un accorpamento con Treviso e con Mestre».
Maurizio Marcon – Gazzettino – 18 settembre 2013