Sergio Reolon e Dario Bond, consiglieri regionali rispettivamente del Pd e del Pdl, presenteranno con i colleghi un emendamento al piano faunistico venatorio che, di fatto, concederà la caccia di selezione all’interno della foresta. «Lo faremo nei prossimi giorni e diventerà subito legge», conferma Reolon.
In questo modo verrà anticipata la formalizzazione del no di Luca Zaia, presidente del Veneto, al piano di abbattimento all’interno del demanio. Quasi un atto politico di sfiducia, dunque, nei confronti di Zaia se l’emendamento, discusso nella seduta della Commissione Agricoltura in Cansiglio, dovesse essere votato da una maggioranza trasversale. L’indirizzo prevede la caccia degli ungulati così come deciso a suo tempo dall’ente “Veneto Agricoltura” (d’accordo allora anche l’assessore regionale Daniele Stival) e autorizzato dall’Istituto Ispra.
In sostanza, l’uccisione in tre anni di 1200 cervi, 400 l’anno, tra le Province di Treviso, Belluno e Pordenone, 360 di questi fuori della foresta, 40 all’interno. Nel demanio forestale, quindi, dovrebbero essere abbattuti complessivamente 120 animali, ma è probabile che nei ritocchi di questi giorni la quota interna venga aumentata. Se così sarà, una sconfitta per il presidente della Regione, Luca Zaia, gli animalisti e i protezionisti, tutti concordi nel bandire la caccia dall’altopiano del Cansiglio, il cui territorio è per intero demaniale, della Regione o dello Stato. Il presidente Zaia aveva dato incarico allo stesso ente “Veneto Agricoltura” di presentare una sua proposta, entro il 15 settembre, premettendo che non avrebbe mai acconsentito alla caccia in foresta, ma solo all’esterno, lungo la pedemontana trevigiana e bellunese. La scadenza è domani e a Zaia non resteranno che poche ore per dire la sua, prima appunto che si formalizzi il voto in Consiglio. Una guerra contro il tempo ma, a questo punto, l’ultima parola sarà quella del provvedimento legislativo. «Non possiamo aspettare un giorno in più, perché ci corre l’obbligo di salvare quel poco che c’è ancora di salvabile della foresta», spiega Reolon.
Per la verità, nei giorni scorsi è stata presentata anche una proposta di mediazione, ritenuta però troppo costosa da applicare. Un esperto di “Veneto Agricoltura” ha suggerito di liberare dagli abeti, piante non autoctone, la Piana del Cansiglio, più precisamente quell’anello forestale che circonda i pascoli e che finisce a ridosso dei faggi, alberi che invece appartengono alla storia dell’altopiano. Si libererebbe, in questo modo, un’area dove lasciar pascolare i cervi. «Assolutamente no», hanno risposto gli allevatori. «Non vorremmo che a qualcuno venisse in mente di farci togliere anche i recinti che abbiamo costruito in questi anni, a spese nostre, per evitare l’ingresso dei cervi nei pascoli», si legge nella lettera consegnata al presidente Zaia da Paolo Casagrande, presidente del sindacato Anpa.
Francesco Dal Mas – Corriere delle Alpi – 15 settembre 2013