STAVA passando lì per caso e forse non si era neanche accorta che a pochi metri da lei un molosso era appena stato sguinzagliato con le peggiori intenzioni. Torna al centro delle cronache la “Mantide di Cairo Montenotte”, al secolo Gigliola Guerinoni.
L’ex gallerista e infermiera, condannata in via definitiva a 26 anni di carcere per l’omicidio del suo amante, Cesare Brin, avvenuto nel lontano 1987 nel paesino in provincia di Savona, è la vittima dell’aggressione avvenuta domenica sera nel quartiere San Basilio, a Roma. La donna è stata azzannata alla coscia, al polpaccio, al gluteo e alla mano da un cane, incrocio fra un dogo argentino e un pitbull. Con un morso il molosso le ha quasi raggiunto l’arteria femorale, con un altro le ha quasi staccato un dito della mano. A seguito dell’aggressione la Guerinoni, 68 anni, è stata portata in codice rosso e poi ricoverata all’ospedale Sandro Pertini, dove è stata sottoposta ad un’operazione. Il cane le era piombato addosso dopo che i padroni, due romeni, lo avevano liberato per attaccare due poliziotti intervenuti per sedare un diverbio. Una lite fra il proprietario di una pizzeria, originario del Bangladesh, e i due clienti ubriachi che avevano preteso delle bottiglie dibirra e che, di fronte al rifiuto del pizzaiolo, avevano infranto la vetrina del locale. I due romeni, residenti in vicolo di Ponte Mammolo, sono stati subito arrestati dalla polizia mentre il cane, dopo essere stato immobilizzato con una corda intorno al collo e legato a un’inferriata, è morto soffocato due ore più tardi. In tribunale, il giudice ha convalidato l’arresto per entrambi, con accuse che vanno dalle lesioni personali gravi alla rapina a pubblico ufficiale — della pistola di servizio, poi recuperata. La procura, invece, ha aperto un’inchiesta per accertare tutte le responsabilità del mancato intervento del veterinario della Asl. Gli agenti, dopo aver legato il cane, hanno contattato gli uffici responsabili ma i soccorsi per l’animale non sono arrivati.
Repubblica – 11 settembre 2013