LA SANITÀ di notte, o perlomeno a tarda sera, è più di un protocollo d’intenti, più di una delibera di giunta. È un fatto. Dall’uno settembre (scorso) una fetta consistente del Veneto ha orari molto lunghi.
DUE ospedali a Verona, il Borgo Roma e il Borgo Trento, i principali presidi di Vicenza e la sua Asl nell’alto entroterra, quindi il Policlinico e il Sant’Antonio di Padova già applicano la rivoluzione. L’azienda ospedaliera patavina numero 16, per dire, ha appena avviato le aperture straordinarie degli ambulatori: Tac, risonanze magnetiche, ecografie vengono fissate fino a mezzanotte. Ora anche nel fine settimana. I primi pazienti con il fuso orario allungato si sono presentati al Policlinico e al Sant’Antonio domenica scorsa e per i prossimi test diagnostici dalle 20 alle 24 ci sono già duemila prenotazioni. Holter ed elettrocardiogramma si faranno al primo piano del monoblocco, negli ambulatori di cardiologia. Tac e risonanze all’Istituto di radiologia, piano terra del Policlinico. Per contenere i costi non ci sarà raddoppio dei turni per gli amministrativi. In alcuni casi, e sono le visite offerte dalle Asl, il ticket si pagherà dopo il ritiro del referto.
Il Veneto che cura dopo il tramonto nasce da un voto della giunta guidata da Luca Zaia, che ha messo a bilancio 26 milioni per le nuove tecnologie e in cambio delle prestazioni straordinarie offre 30 milioni (complessivi) ai medici volontari. Il governatore leghista vuole provare a tirar giù i tempi di attesa per visite ed esami consentendo ai lavoratori di non prendere un permesso per farsi visitare e ai ragazzini di non saltare scuola. A Verona gli ospedali diBorgo Roma e Borgo Trento offriranno — il lunedì e il mercoledì dalle 20 alle 23, il sabato dalle 14 alle 20 e la domenica dalle 9 alle 12 — ecocardiocolordoppler, ecografie convenzionali, visite oncologiche, chirurgia pediatrica, pneumologia, geriatria (c’è anche l’ambulatorio Alzheimer e quello per l’osteoporosi), dermatologia, endocrinologia, neurologia. Una gamma larga. Presto, si prevede, in questa fascia oraria si otterranno servizi di medicina interna e chirurgia della mano. Sono 300 ore di prestazioni specialistiche in più ogni mese. Altrove, tenendo conto delle risorse, due ospedali vicini saranno aperti in straordinario notturno a settimane alterne. Nell’Asl dell’Alto vicentino, partita con i turni allungati a febbraio e comprendente gli ex padiglioni di Thiene e Schio, in un mese si sono fatte otto Tac in più. L’ospedale San Bortolo di Vicenza punta addirittura a una radiologia nostop, aperta 24 ore su 24. In provincia si è iniziato anche prima. Al Mater Salutis di Legnago le sessioni notturne e festive per gli esami di radiologia si fanno dal 15 luglio e il servizio è pronto anchea Bussolengo.
Sul fronte economico nella regione ci si è mossi in modo sparso: ogni singola Azienda sanitaria ha deciso quanto investire. I sindacati chiedono “tariffe di straordinario” uniche, ma per ora non si sono opposti all’operazione.
A Milano la trasformazione oraria è stata avviata nel 2010, ospedale per ospedale, senza un impianto generale proposto dalla Regione. Al neurologico Besta i chirurghi ora lavorano fino alle otto di sera, prima si arrivava alle 14. Oggi si contano milleduecento interventi l’anno, tutti delicati: duecento in più. L’ospedaleGaleazzi e il Policlinico SanDonato Milanese fissano gli esami nel weekend. «Abbiamo a disposizione macchinari molto costosi », spiegano alla divisione di Neurochirurgia del Besta, che ha importato l’idea direttamente da Pittsburgh, «dopo cinque anni vengono dichiarati vecchi senza che siano stati utilizzati al massimo». Meglio allungare gli orari.
Repubblica – 3 settembre 2013