Tra Imu, Iva e Cig in gioco fino a 6 miliardi e a metà settembre è prevista una tappa decisiva per i debiti della Pa verso le imprese
Acconto Imu da versare entro lunedì 16 settembre. Iva aumentata al 22% da martedì 1? ottobre. Niente fondi aggiuntivi per la cassa integrazione, né flessibilità del lavoro per l’Expo 2015, né risorse supplementari per pagare i debiti della Pa. Uno scenario nerissimo per cittadini e imprese, che riassume ciò che potrebbe succedere nelle prossime settimane se dovessero scattare tutte le clausole di salvaguardia e scadere tutti i termini previsti dai provvedimenti dei mesi scorsi senza che sia presa alcuna decisione.
Imu e incognite politiche
In un momento politico a dir poco delicato per gli effetti della condanna di Silvio Berlusconi, il Governo guidato da Enrico Letta si trova a dover disinnescare diversi «rincari automatici» e ad attuare una serie di misure «rimaste a metà». Facendo i conti, oltre che con le incertezze politiche, anche con gli equilibri di bilancio.
Il primo dossier da esaminare è quello dell’Imu sull’abitazione principale, che si trascina da quando è stato sospeso il versamento dell’acconto per le prime case, i terreni agricoli e i fabbricati rurali strumentali. Il Governo deve intervenire entro sabato 31 agosto, con un provvedimento che – almeno nelle indicazioni del Dl 54 del 21 maggio scorso – dovrebbe anche rendere deducibile l’Imu versata sui fabbricati d’impresa.
Non si può tardare troppo, anche perché il riordino della tassazione immobiliare condiziona il lavoro degli amministratori comunali, che entro il 30 settembre dovrebbero approvare i bilanci preventivi per il 2013. I Comuni, inoltre, potrebbero essere chiamati ad attuare la service tax, decidendo misura e destinatari del nuovo tributo.
Fino a 6 miliardi in gioco
L’esenzione totale dell’Imu sull’abitazione principale costerebbe 4 miliardi e costituisce di gran lunga il dossier più costoso tra quelli da esaminare nelle prossime settimane. Per posticipare l’aumento dell’Iva dal prossimo 1?ottobre al 1?gennaio 2014, infatti, servirebbe un miliardo di euro. E un altro miliardo sarebbe necessario per tamponare l’ennesima emergenza fondi per gli ammortizzatori sociali in deroga. Un budget che consentirebbe di chiudere la partita 2013 dopo lo sblocco di 780 milioni stanziati dalla scorsa legge di stabilità e di altri 550 milioni previsti dal decreto Imu-Cig. Risorse già esaurite nella maggior parte delle Regioni e appena sufficienti a chiudere gli arretrati dei primi mesi dell’anno.
I fondi per il lavoro
Il ministro del Lavoro, Enrico Giovannini, ha annunciato la scorsa settimana il varo imminente di un decreto con nuovi fondi. Dovrebbero ammontare a 500-600 milioni, che nella peggiore delle ipotesi potrebbero essere in parte attinti dal budget per la produttività. In parallelo è in via di definizione il decreto interministeriale che introduce criteri più stringenti per la concessione degli ammortizzatori in deroga. Nel frattempo diverse migliaia di lavoratori restano in lista d’attesa per avere il via libera alla richiesta del sussidio.
Settembre si annuncia poi un mese caldo per il lavoro anche su altri due fronti: la flessibilità legata a Expo 2015 e la questione esodati. Sul primo fronte, in settimana è fissato l’incontro tra le parti sociali per mettere a punto un avviso comune, da presentare al Governo entro metà settembre, con cui definire nuove regole sulla flessibilità per i contratti stipulati in vista dell’Esposizione universale che si terrà a Milano nel 2015. Un confronto non facile, che verte su contratti a termine senza causale e “apprendistato” breve: in caso di fumata nera la palla passerà al Governo, che procederà per via parlamentare. Sul secondo fronte, l’Esecutivo sta studiando un intervento per salvaguardare – entro fine settembre – altri 20-30mila esodati.
Debiti Pa e giustizia
Il 15 settembre è la data chiave anche per il capitolo debiti Pa: quel giorno, infatti, si conoscerà l’esatta consistenza dell’arretrato. E anche da questo dato dipenderà l’eventuale allargamento della dote per i rimborsi e la possibilità di compensare i crediti con i debiti verso il Fisco. Due elementi rilevanti alla luce della lentezza nell’erogazione effettiva dei fondi alle imprese.
A rendere più complesso il quadro ci sono anche le criticità sul fronte della giustizia, con i due dossier che hanno creato tensioni con l’avvocatura, appoggiata dal Parlamento. Si tratta, da un lato, della riforma della geografia giudiziaria, che il 13 settembre dovrebbe cancellare 30 piccoli tribunali e 220 sezioni distaccate, da accorpare agli uffici più grandi (anche se molti uffici continueranno temporaneamente a funzionare, soprattutto per trattare le liti pendenti). E poi c’è la mediazione civile e commerciale: torna obbligatoria dal 21 settembre, ma in una versione ammorbidita che, secondo i suoi sostenitori, la renderà inefficace.
Il Sole 24 ore – 26 agosto 2013