Nei primi mesi del 2013 le importazioni sono calate del 14% e le macellazioni del 7-10%. Costituita una «unità regionale di crisi». Melato (Fedagri): «Ora servono scelte coraggiose»
Anche i primi mesi del 2013 hanno segnato un grosso calo del patrimonio bovino e della produzione: in Veneto le importazioni di bovini da ristallo sono diminuite del 14% (corrispondente a circa 35.000 capi) dopo che già nel 2012 la riduzione era stata di circa 50.000 capi (elaborazioni su dati Crev); in difficoltà anche le macellazioni, ridotte del 7/10%. Sono state queste le premesse che hanno portato all’attivazione di una specifica «Unità di crisi», nata per fronteggiare le pesanti difficoltà in cui si dibattono il settore zootecnico e quello lattiero caseario, presieduta dall’assessore regionale all’agricoltura Franco Manzato e composta dai rappresentanti delle organizzazioni professionali e dei produttori, tra le quali Confcooperative Fedagri Veneto, di Veneto Agricoltura e di Avepa, il Commissario regionale allo sviluppo rurale e i responsabili delle strutture regionali Competitività dei Sistemi Agroalimentari, Agroambiente, Tutela Ambiente, Sanità animale e Igiene Alimentare. Una decisione accolta in modo positivo, ma a cui devono seguire azioni concrete e rapide, come spiegano Giuseppe Borin, direttore Azove e Fabio Scomparin, presidente di Azove e della Consulta Bovina di Fedagri Veneto: «Il continuo calo dei consumi di carne bovina e le pesanti perdite di reddito per gli allevatori – con prezzi di vendita troppo bassi rispetto ai costi di produzione – e una grande frammentazione del circuito commerciale, hanno portato a una crisi che potrà essere risolta solo con una forte riorganizzazione del comparto della zootecnia bovina da carne. Per questo è fondamentale che l’Unità di Crisi non sia solo un tavolo di discussione: la zootecnia ha bisogno di scelte politiche chiare e coraggiose che si traducano in interventi concreti che ne garantiscano la sopravvivenza». Da subito per esempio bisognerebbe attivarsi per far sì che la nuova Pac tenga in adeguata considerazione le necessità della zootecnia da carne, garantendo le risorse che consentano la sopravvivenza del comparto e dell’intera filiera. Per esempio per quel che riguarda la nuova Pac, già oggi la Francia sta ipotizzando riduzioni per i cereali a favore della zootecnia da carne. «Anche la nuova programmazione per lo sviluppo rurale», aggiunge il presidente di Fedagri Veneto, Antonio Melato, «deve essere coraggiosa: una miglior organizzazione della filiera, incentivare le organizzazioni che vendono direttamente riducendo la filiera, programmare adeguate strategie di marketing e supporto alle vendite accompagnate da azioni che agevolino l’accesso al credito e che semplifichino le procedure, limitando gli orpelli burocratici. Il settore della zootecnia bovina da carne deve essere considerato Strategico e quindi necessita di scelte importanti».
L’Arena – 5 agosto 2013