Pietrangelo Pettenò, capogruppo della Sinistra veneta, ribadisce la propria contrarietà alla legge approvata ieri dal Consiglio regionale per rimborsare il maxi-prestito dello Stato a copertura dei debiti accumulati in sanità.
“La Regione Veneto per i prossimi 30 anni dovrà pagare allo Stato 45 milioni di euro l’anno tagliando le prestazioni e i servizi socio sanitari: questo è il risultato della legge “paga-debiti” approvata ieri – afferma Pettenò – Certamente vanno a onorare i crediti che le oltre 7 mila aziende fornitrici delle aziende sanitarie vantano nei confronti del Veneto, ma è assurdo che questo venga fatto a scapito delle prestazioni in favore dei cittadini veneti”. Pettenò teme conseguenze pesanti “con tagli alle prestazioni e ai servizi socio sanitari e nuovi esborsi per i cittadini” e definisce “inconcepibile” il meccanismo che impone al Veneto di recuperare liquidità per 1,4 miliardi di euro, pagando un tasso di interesse del 4 per cento, quando “Roma ha bloccato per il Veneto una cifra quasi analoga per effetto dello sciagurato patto di stabilità”. “Evidentemente il Consiglio regionale – conclude – ha preferito piegarsi ai diktat finanziari imposti dal Governo che, con una mano blocca la liquidità della Regione, mentre con l’altra ci presta soldi facendosi pagare esosi interessi. Non resta che chiederci se in Veneto governi Zaia, che da sempre conduce battaglie contro lo Stato centralista, o se siamo stati commissariati dal Governo Letta”.
3 agosto 2013