Nel bagagliaio dell’auto, nel garage di casa e nella stessa abitazione nascondeva – secondo gli inquirenti – un deposito di farmaci che erano di esclusivo uso ospedaliero. E che pertanto non potevano stare lì. Per questo la Procura ha chiesto il processo per peculato nei confronti del medico di base di Padernello Pietro Antonio Cutroneo che lavorava come guardia medica all’Usl 9.
L’uomo è inoltre accusato di truffa con riferimento al presunto assenteismo di cui si sarebbe reso responsabile mentre svolgeva il servizio di continuità in convenzione con l’azienda ospedaliera. Contestazione, questa, che la magistratura trevigiana ha mosso anche ad un altro medico di guardia dell’Usl 9 in attività a Biancade, Massimo Boidi, contro cui è scattata a sua volta la richiesta di rinvio a giudizio. La posizione dei due professionisti dovrà essere ora vagliata dal gip Angelo Mascolo che deciderà se accogliere la richiesta di rinvio a giudizio del sostituto procuratore Massimo De Bortoli. La vicenda nasce a seguito delle segnalazioni di assenteismo da parte dell’Usl 9 per cui i due medici lavorano in convenzione per i servizi di guardia medica. Le segnalazioni comportano l’apertura di un’inchiesta della Procura per il reato di truffa. In particolare a Boidi viene contestata una presunta assenza nel turno del 18 aprile 2012 a Biancade; per Cutroneo si fa riferimento ad alcuni episodi fra il 3 marzo e il 24 maggio 2012, durante il servizio di continuità a Mogliano. E nei confronti di Cutroneo, l’indagine dei Nas porta alla luce lo scorso novembre un altro fatto: i carabinieri sequestrano in casa dell’uomo 57 confezioni di medicinali ad esclusivo uso ospedaliero. Che ci fanno nella sua abitazione? Per l’uomo scatta l’accusa di peculato e anche quella di appropriazione indebita perché, ritengono gli inquirenti, non avrebbe restituito le chiavi dell’ambultatorio di Mogliano. Tutti reati per cui, a fine giugno, è stata presentata la richiesta di processo da parte della Procura. A seguito degli sviluppi dell’inchiesta, l’Usl 9 decide un nuovo provvedimenti nei confronti di Cutroneo a cui in precedenza era stato decurtato lo stipendio del 20% per cinque mesi a causa dell’assenteismo. Il 23 maggio l’azienda ospedaliera firma la sospensione in via cautelativa dall’incarico di servizio di continuità assistenziale del medico. Che ha risposto con un ricorso d’urgenza al giudice del lavoro chiedendo il reintegro. L’udienza si è tenuta ieri mattina in tribunale: Cutroneo era rappresentato dall’avvocato Luigi Fadalti, l’Usl 9 dallo studio legale Alessandro Romoli-Maurizio Jacobi. Il giudice Gallo si è riservato sulla decisione. Nel frattempo prosegue il procedimento penale: «Dimostremo l’infondatezza delle accuse al medico», assicura l’avvocato Fadalti, «anche per questo abbiamo fatto ricorso al giudice del lavoro chiedendo la reintegrazione».
La Tribuna di Treviso – 31 luglio 2013