La pillola per le cerve. Più che convinto, Luca Zaia, presidente della Regione, è ostinato. «I cervi in Cansiglio non sono 3 mila, ma 4 mila. Decisamente troppi. Ma nessuno deve essere abbattuto. Tanto meno le femmine». Si stava parlando di tutt’altro alla conferenza stampa di ieri mattina a Montebelluna, in particolare della Pedemontana veneta.
È stato lui stesso, il governatore ad approfittare delle numerose telecamere e dei taccuini dei giornalisti per sottoporre ai riflettori un altro argomento, davvero estemporaneo, ma che sta a cuore al presidente. Quello, appunto, dei cervi in Cansiglio, con la contrapposta mobilitazione in atto, in particolare il singolare sit in d’appoggio al governatore da parte dell’Enpa, della Lac, della Lav e di altre sigle del mondo animalista, domani sulla Piana.
Zaia non si è limitato a ribadire il suo no, ma ha avanzato una proposta, che farà discutere: sterilizzare le femmine per uno o più cicli. Si può? «Certo che si può, io ho studiato veterinaria all’università». Domani, dunque, il presidente della Regione salirà sull’altopiano per incontrare gli emigranti trevigiani nel mondo, ma approfitterò della circostanza per parlarne, da una parte con gli animalisti che manifesteranno a sostegno della sua decisione di fermare la caccia, e, dall’altra, con gli allevatori che stanno protestando. «Penso che si debbano trovare altre soluzioni, rispetto alla caccia, fra cui quella di avviare dei progetti di sterilizzazione chimica delle femmine attraverso il mangime».
O fermando la cerva, addormentarla e siringarla. «Sarà il caso, insomma, di affidarsi agli studiosi di qualche università perché consiglino», insiste Zaia, «il metodo più adeguato, soprattutto indolore».
Il presidente ricorda che a suo tempo, prima cioè di considerare l’ipotesi dell’abbattimento, l’ente Veneto Agricoltura si era cimentato con un’altra ipotesi, quella della cattura e del trasferimento degli animali: «Ma nessun parco li ha voluti, quindi abbiamo dovuto desistere. Ecco, allora, l’opzione della caccia, che si dice fosse stata autorizzata dall’Istituto Ispra. «Ma l’Ispra non può autorizzare la caccia di 1200 cervi» è sbottato ieri il presidente, aggiungendo che lui, in ogni caso, non firmerà proprio nessuna autorizzazione, «tra l’altro quest’atto tecnico non spetta a me» puntualizza. Zaia, peraltro, ha il terrore di che cosa potrebbe accadere se in caso di mattanza la notizia raggiungesse, come sarebbe probabile, ogni angolo del mondo. «Significherebbe portare tutti i riflettori del mondo sul Veneto e che questo farebbe catalogare la regione assieme alle comunità che ammazzano le balene o i delfini. Quindi – prosegue – ad una regione turistica come il Veneto non sarebbe permessa una comunicazione negativa di questo tipo, io non lo permetterei mai”. Zaia, dunque, “venduto” ad animalisti e protezionisti? Il presidente non ci sta a queste polemiche, che pur sono divampate di recente. «La mia posizione», precisa, «è esattamente al centro fra il mondo ambientalista e la società civile e le istanze giuste degli agricoltori».
Domani, dunque, ne sapremo qualcosa in più. Verso le 9 si presenteranno al centro dell’altopiano i rappresentanti delle associazioni ambientaliste, che illustreranno tutta la loro indignazione ai Trevigiani nel mondo, in arrivo da ogni continente. Verso le 11 arriverà il presidente Zaia, che parteciperà alla messa del raduno degli emigranti di Marca. E’ probabile che un incontro tra il governatore e gli animalisti ci sarà a termine della cerimonia religiosa, in programma sul prato della chiesetta alpina di Sant’Osvaldo. Sono attesi 3 mila emigranti e non mancheranno quelli dell’Alpago, pur appartenendo all’Abm.
Il Corriere delle Alpi – 30 luglio 2013