Proroga di un anno dell’assicurazione obbligatoria per i medici, debiti degli enti del Ssn, tempi più celeri per i farmaci antitumorali e anticipo di 150 milioni alla Cri per il 2014. Queste alcune proposte di modifica al Dl “Fare”, oggi al voto di fiducia alla Camera, sulla sanità. Gli emendamenti approvati.
Per la seconda volta in un mese il governo Letta è costretto a blindare con la fiducia un decreto in scadenza. Era già accaduto il 20 giugno scorso alla Camera sul testo per le emergenze ambientali e il copione si è ripetuto ieri, sempre a Montecitorio, sul Dl del fare. Il voto è stato fissato per stamattina alle 11.30. E – come confermato dal responsabile per i Rapporti con il Parlamento, Dario Franceschini – riguarderà l’articolato approvato ieri notte dalle commissioni Affari costituzionali e Bilancio. Incluse le ultime modifiche su wi-fi libero, azionariato diffuso, Expo 2015, tagli alla banda larga e incompatibilità per i sindaci. Nel motivare la scelta dell’esecutivo il ministro Franceschini ha sottolineato come fino alla pausa estiva il calendario parlamentare si annunci complicato: «Bisogna esaminare sei decreti legge, le leggi europee, il ddl di riforma costituzionale, il testo sul finanziamento pubblico ai partiti e quello sull’omofobia». Aggiungendo che «affrontare il voto su 800 emendamenti al “dl fare” non consentirebbe di riuscire ad esaminare tutto in tempo». Mentre nuove tensioni con la maggioranza si registrano sulla norma che non estende il tetto agli stipendi dei manager. Nel testo che, ostruzionismo permettendo, dovrebbe ottenere oggi la fiducia e domani l’ok finale di Montecitorio sono rimaste tutte le novità introdotte lunedì sera in commissione. A cominciare dal ripristino della liberalizzazione del wi-fi con l’approvazione di un emendamento dei relatori Francesco Boccia (Pd) e Francesco Paolo Sisto (Pdl) secondo cui «l’offerta di accesso alla rete internet al pubblico tramite tecnologia Wi-Fi non richiede l’identificazione personale degli utilizzatori». Una buona notizia per gli utenti del web che è stata però in parte vanificata dalla decisione di ridurre di 20,75 milioni (su 150) gli stanziamenti per la banda larga (su cui si veda Il Sole 24 ore di ieri). Una modifica alla norma di copertura del decreto motivata con la necessità di evitare la sforbiciata alle emittenti locali. A completare le fonti di finanziamento sono arrivate anche una decurtazione alle dotazioni di alcuni ministeri (Economia, Lavoro e Affari esteri) e una riduzione di 18,9 milioni al fondo per alleggerire l’Irap sugli autonomi. Tra gli altri ritocchi dell’ultim’ora vanno segnalati inoltre il finanziamento di 5 milioni per le iniziative agroalimentari collegate a Expo 2015, gli sgravi contributivi per le cooperative agricole, l’esenzione dall’imposta di bollo dello 0,15% per le comunicazioni agli investitori dei piani di azionariato diffuso (limitatamente alle quote acquistate prima del salva-Italia del dicembre 2011) e un diverso regime di incompatibilità tra la carica di parlamentare o ministro e quella di sindaco. Che non varrà per i primi cittadini di «enti pubblici territoriali con popolazione tra 5.000 e 15.000 abitanti, le cui elezioni si siano tenute anche successivamente alla data di entrata in vigore» del decreto 138 dell’estate 2011. La blindatura decisa dall’Esecutivo rimanda al Senato la decisione sui nodi ancora da sciogliere. A cominciare dalle borse di studio per gli studenti meritevoli, colpevoli secondo la coordinatrice degli assessori regionali all’Istruzione, Stella Targetti, di creare «confusione tra due distinti sistemi di diritto allo studio, quello “ministeriale” e l’altro “regionale”». E soprattutto l’esclusione dal tetto alle retribuzioni degli emolumenti per gli amministratori delle società non quotate che svolgono servizi di interesse generale anche di rilevanza economica (Poste, Ferrovie, Anas). Un errore a cui «va posto sicuramente rimedio», hanno ammonito i deputati Simonetta Rubinato, Angelo Rughetti, Andrea Romano e Lello Di Gioia. Ma il governo continua a vederla diversamente. In una nota del ministero dello Sviluppo diffusa in serata viene precisato che la norma «introduce elementi di uniformità e di regolazione nella determinazione dei compensi per i manager pubblici» e non è giusto interpretarla come «tentativo di eliminare il tetto retributivo».
Le modifiche
Tra gli emendamenti approvati e che hanno fatto slittare i tempi di approvazione per i numerosi nodi da sciogliere anche quelli in materia sanitaria. Ne abbiamo parlato nei giorni scorsi a partire dalla proroga, proposta da un emendamento del governo, che ha stabilito lo slittamento di un anno dell’assicurazione obbligatoria per i medici.
Pagamenti debiti PA
Le risorse per il pagamento dei debiti degli enti del Servizio sanitario nazionale, ripartite dal governo Monti in 40 miliardi divisi in due anni, e non richieste dalle regioni entro lo scorso 31 maggio, possono essere assegnate alle regioni che ne hanno fatto richiesta entro il 15 luglio. Si tratta di circa 280 milioni che dovrebbero andare al pagamento dei debiti delle Asl di Piemonte e Puglia.
Farmaci orfani e di eccezionale rilevanza terapeutica
L’emendamento proposto dal governo che modifica il decreto Balduzzi, prevede una corsia preferenziale per i farmaci orfani e di eccezionale rilevanza terapeutica (i cosiddetti “salvavita”). L’Aifa – tramite “sedute straordinarie delle competenti commissioni” – avrà massimo 100 giorni per il completamento delle procedure per il loro inserimento nel prontuario a carico del Sistema sanitario nazionale.
Liquidità per la Cri
Il Ministero dell’economia e delle finanze mette a disposizione della Croce rossa un anticipo di liquidità per una cifra massima di 150 milioni per il 2014 (Articolo 49-quater). L’anticipo è concesso, previa presentazione da parte della Cri di un piano di pagamenti dei debiti certi, liquidi ed esigibili alla data del 31 dicembre 2012.
Altri emendamenti infine riguardano misure per favorire la realizzazione del fascicolo sanitario elettronico (Articolo 17); e l’abrogazione di certificati inutili. Su questi due punti in particolar molte sono state sollevate obiezioni sia dalle regioni, che dalla Commissione Affari Sociali della Camera.
Quotidiano sanita- 22 luglio 2013
Dl Fare, emendamenti tagliati ma non basta: il Governo pone il voto di fiducia
Nonostante la buona volontà di maggioranza, Sel e Lega, che hanno ridotto a 28 in tutto i loro emendamenti (da oltre 800), sono ancora troppe le proposte di modifica al Dl “Fare”, targate soprattutto M5S. Per questo, confermando quanto ipotizzato ieri, il ministro per i Rapporti con il Parlamento Dario Franceschini (Pd) ha richiesto alla Camera il voto di fiducia sul decreto, «nel testo approvato dalle commissioni competenti dopo il rinvio approvato dall’Aula» ieri pomeriggio.
Inutile, per scongiurare la fiducia, l’incontro in extremis tra Governo e grillini, che hanno condizionato il ritiro delle loro modifiche alla garanzia di accoglimento integrale di un “pacchetto” ristretto di emendamenti, in parte condivisi dall’Esecutivo e in parte no. Una richiesta eccessiva. secondo Franceschini, che alla fine ha confermato in Aula l’opzione già preannunciata ieri pomeriggio.
Tra le ragioni della fiducia, anche l’affollamento del calendario parlamentare da qui alla pausa estiva (da convertire o approvare 6 decreti legge, la legge Comunitaria, le norme sull’omofobia e sul finanziamento pubblico ai partiti, l’istituzione del Comitato per le riforme), che rischiava di essere compromesso da un esame prolungato del Dl Fare.
Il Dl 69 contenente misure per l’economia ha come base le «Raccomandazioni« rivolte all’Italia dalla Commissione europea il 29 maggio 2013 nel quadro della procedura di coordinamento delle riforme economiche per la competitività («semestre europeo«). Nei suoi 86 articoli, interventi di semplificazione amministrativa e normativa per cittadini e imprese, taglio dei tempi dei procedimenti civili e incentivi per la risoluzione extragiudiziale delle controversie. Altre misure puntano a sostenere il flusso del credito alle attività produttive, diversificando e migliorando l’accesso ai finanziamenti, e la liberalizzazione nel settore dei servizi.
Il Sole 24 Ore – 23 luglio 2013