La crisi mette a rischio anche la sicurezza della nostra alimentazione. Colpa delle risorse sempre piu’ ridotte per la prevenzione garantita dalle Asl, in cui il blocco del turnover non permette di rimpiazzare chi va via. Ma colpa anche, a livello del consumatore, della spesa sempre piu’ orientata a prodotti a basso costo, con una scarsa attenzione alle etichette.
E’ la preoccupazione espressa da Valerio Giaccone, docente di Ispezione degli alimenti all’universita’ di Padova, dopo l’ennesimo sequestro di prodotti sospetti, in questo caso a Bari, dove la guardia di Finanza ha intercettato un venditore ambulante che stava rientrando dal mercato settimanale. All’uomo sono stati sequestrati, in magazzino e nel mezzo, 30 chilogrammi di prodotti alimentari scaduti o di dubbia provenienza.
“Bisogna considerare – spiega Giaccone all’Adnkronos Salute – che in Italia abbiamo un’ottima struttura del sistema sanitario nazionale per il controllo dell’igiene degli alimenti. Ma le Asl per il 95% sono dedicate a ospedali e strutture che curano le malattie. Solo il 5% al dipartimento di prevenzione, che le malattie dovrebbe evitarle. Il guaio e’ forse in questa distribuzione”.
La prevenzione, continua Giaccone , “ha sempre avuto scarsa attenzione e finanziamenti. E oggi, con i tagli, i problemi non migliorano ovviamente. Queste strutture hanno professionalita’, medici e veterinari, che potrebbero fare di piu’ se ne avessero i mezzi. Ma da 5 o 6 anni le persone che vanno in pensione non vengono sostituite. E questo significa che la rete dei controlli si sta indebolendo per mancanza di forza lavoro. Ci sono altre strutture che intervengono, come i Nas che fanno un ottimo lavoro, ma il loro e’ un compito piu’ di polizia e agiscono ovviamente a ‘spot’. Non sostituiscono certo la rete Asl”.
C’e’ poi la questione della minore disponibilita’ economica dei cittadini che indirizza verso reti distributive che costano meno. “Si va su negozi al dettaglio o mercatini dove magari sono disponibili prodotti etnici e di importazione a buon prezzo che potrebbero non essere stati controllati”, aggiunge l’esperto.
Inoltre il consumatore spesso acquista troppo, anche per risparmiare. La conseguenza e’ che molte cose finiscono nella spazzatura o, se conservate male, possono essere all’origine di problemi di salute. “I dati sui rischi alimentari – aggiunge Giaccone – indicano che i problemi di sicurezza legati al cibo nascono nel 35% dei casi tra le mura domestiche e nel 30% dei casi in bar, ristoranti e pub. In tutto il 65%. Segno che sono proprio gli errori, anche banali, di conservazione ad essere piu’ pericolosi”.
La crisi, pero’, deve far ripensare, secondo l’esperto, anche agli sprechi. In diversi Paesi, infatti, si discute su come tentare di recuperare gli alimenti “anche se scaduti, cioe’ se hanno superato il termine minimo di conservazione”. Per Giaccone e’ un argomento su cui ci si potrebbe confrontare perche’, almeno per alcune derrate, il superamento della data di scadenza, non mette a rischio la sicurezza del cibo. Le norme attuali non ne consentono il consumo, ma questo a volte obbliga a buttare partite ancora idonee. Ma e’ un argomento delicato, che va studiato bene. Serve ridurre gli sprechi ma salvaguardare al massimo la sicurezza”, conclude Giaccone.
Adnkrons Salute – 22 luglio 2013