Sei arresti, la Dia ha scoperto un’organizzazione che influenzava i risultati degli esami e delle prove di ammissione agli atenei. La direzione investigativa antimafia di Catania sta eseguendo ordinanze cautelare nei confronti di sei persone indagate nell’ambito di un’inchiesta su esami `facili´ all’università di Messina.
La Dia ritiene di avere scoperto un’organizzazione che influenzava le prove di ammissione alle facoltà a numero chiuso e agli esami universitari. Ai vertici del gruppo ci sarebbe un calabrese ritenuto legato a esponenti della `ndrangheta locale.
L’inchiesta è coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia di Messina che ipotizza, a vario titolo, i reati di tentata estorsione aggravata dal metodo mafioso e associazione per delinquere finalizzata al voto di scambio, all’usura e al millantato credito.
I provvedimenti dell’operazione `Campus´, richiesti dal procuratore aggiunto Sebastiano Ardita e dal sostituto Liliana Todaro della Dda peloritana, coordinati dal procuratore capo Guido Lo Forte, sono stati eseguiti tra Messina e Brescia.
Ci sono anche un ex consigliere provinciale, Santo `Dino´ Galati Rando, e un docente di Statistica e matematica al dipartimento di Scienze economiche, Marcello Caratozzolo, tra i destinatari di provvedimenti restrittivi. La Dia di Catania ha eseguito, nei loro confronti, un’ordinanza agli arresti domiciliari. A entrambi è contestata l’associazione per delinquere, corruzione, millantato credito e voto di scambio. Gli altri destinatari di provvedimenti sono Domenico Antonino Montagnese, già indagato nell’inchiesta Panta Rei, al quale è contestato anche un caso di usura e tentativo di estorsione e l’aggravante del metodo mafioso, e Salvatore Galati, bloccato a Brescia. Per i due è stato disposto l’arresto in carcere. Nell’inchiesta Campus, coordinata dal procuratore capo di Messina, Guido Lo Forte, dall’aggiunto Sebastiano Ardita e dal sostituto della Dda Liliana Todaro, sono indagate altre tre persone. Per due di loro è stato disposto l’obbligo di firma.
Nell’ambito delle indagini, che si sono avvalse di intercettazioni ambientali e telefoniche e anche di pedinamenti, è emerso anche «il reciproco scambio di favori tra sodali, culminato, col riferimento al voto di scambio, nel sostegno politico offerto a Santo `Dino´ Galati Rando alle elezioni alle Regionali in Sicilia del 28 ottobre del 2012». Secondo l’accusa sarebbero state «barattate preferenze elettorali con idoneità scolastiche garantite attraverso scuole private».
9 luglio 2013