Smascherati dalle temutissime telecamere di Striscia la notizia in prima serata, sotto gli occhi attoniti quanto indignati di milioni di telespettatori.
Filmati, quelli andati in onda su Canale 5, che non lasciavano margini a equivoci: nove dipendenti di una Usl (la 20, quella più popolosa del Veronese, che comprende il capoluogo e l’area est della Provincia), tra cui anche almeno un medico, che timbravano il cartellino per testimoniare la loro presenza al lavoro, per poi «scomparire» e «svignarsela» indisturbati altrove. Chi al bar (ben oltre i cinque minuti di una normale pausa caffè), chi in giro alla guida della sua auto a sbrigare commissioni in città. Di quei nove presunti «fannulloni» o, quanto meno, «furbetti», nel mirino della procura di Verona adesso sono rimasti in otto. Pare infatti che, dagli accertamenti disposti dalla magistratura scaligera dopo il «blitz» di Striscia, sia emerso che uno dei nove dipendenti beccati lontani dal lavoro si sia effettivamente assentato per soli pochi minuti. In ogni caso, l’inchiesta di cui si sta occupando il pm Simona Macciò si sta avviando a passi spediti verso la chiusura e, quindi, la conseguente richiesta di rinvio a giudizio degli indagati.
Corriere del Veneto – 28 giugno 2013