E’ stato pubblicato il Rapporto “Agricoltura Globale, cibo e usi del suolo. Come creare sistemi agricoli resilienti in un mondo di crescente scarsità delle risorse e cambiamento climatico”, già titolo della due giorni che si è tenuta nel West Sussex, Regno Unito, nello scenario bucolico della Wiston House.
L’incontro, che ha visto partecipare esperti globali del mondo della accademia, stakeholders (tra cui Coldiretti, per conto della World Farmers Organization) e ONG, mira -come da tradizione delle conferenze di Wilton Park- a delineare aspetti centrali del dibattito, orientando le soluzioni e creando un consenso internazionale intorno a temi caldi. Una sfida ardua, se si pensa che molti dei temi proposti hanno un impatto globale, richiedono soluzioni concertate, in breve tempo. Ma quali le sfide? 10 almeno meritano una attenzione selettiva.
- Intanto la popolazione su scala mondiale ha superato i 7 miliardi di abitanti, ed è prossima- entro il 2050 – a superare i 9 miliardi, stando alle stime dell’ONU. Le bocceh da sfamare cresceranno, e così la pressione sui sistemi alimentari
- I cibi richiesti dai consumatori stanno cambiando, soprattutto nei paesi in fase di sviluppo. La transizione e grassi e proteine animali di fasce crescenti della popolazione mondiale mette sotto stress la capacità produttiva.
- I due fattori di cui sopra, portano ad aumentare la domanda di combustibili fossili, fertilizzanti e acqua, nel momento in cui diminuisce la loro disponibilità. Oltre al “picco del petrolio”; si è arrivati al “picco dell’acqua”. La sostenibilità della produzione alimentare è allora messa in seria difficoltà.
- La produzione di cereali e raccolti agricoli dovrà aumentare del 70% da qui al 2051 (da 32 milioni di tonnellate a 44 milioni). Per questo scopo serve unaumento annuale costante del 38% del tasso di crescita della produzione di cereali.
- La Fao predice che il 90% dell’aumento della produttività verrà dall’intensificazione dell’agricoltura, includendo un aumento delle rese e con maggiore numero delle rotazioni colturali
- La crescita delle rese però si è mantenuta lineare dagli anni ’60 e un 30% della crescita deriva da miglioramenti genetici. Se il trend lineare è mantenuto, non è abbastanza per fronteggiare le sfide. Serve un aumento esponenziale delle rese.
- L’instabilità economica globale e la miopia della politica rendono più fosco il quadro presentato, con minori possibilità di una azione veloce ed incisiva.
- Il “picco petrolifero” del 2008 si è rapidamente trasmesso ai prezzi alimentari, che da quel momento in poi hanno dimostrato di continuare a crescere, destabilizzando paesi con minore disponibilità economica delle popolazioni.
- Il prezzo del cibo è destinato a rimanere alto e al di sopra della media degli ultimi anni e decenni. E’ finita l’epoca del cibo a basso costo.
- Vi è necessità di bilanciare prezzi alimentari in crescita, incertezza delle forniture, aumento della domanda, in un’unica equazione che permetta diproteggere le popolazioni più deboli.
Tra le conclusioni del Rapporto,
– la necessità di creare sistemi agricoli “resilienti” mentre ci si attendono stagioni climatiche sempre più estreme;
-l’intensificazione della produzione agricole non deve venire sacrificata rispetto alla sostenibilità a lungo termine;
– approcci locali sono necessari per raggiungere la resilienza: ciò significa puntare su biodiversità e condizioni diversificate di sviluppo agricolo.
Sempre nelle conclusioni, si sottolinea la necessità di raggiungere la “resilienza”, intesa come la capacità di un individuo, un sistema domestico, una comunità o una regione di sopportare, di adattarsi e velocemente recuperare dagli shock esterni. La resilienza in agricoltura implica sia una chiave di lettura “micro” (a livello di singola azienda) che macro (le comunità rurali e il livello nazionale, ad esempio, per aspetti chiave come l’autoapprovvigionamento alimentare-o food security-).
Sicurezza Alimentare – Coldiretti – 26 giugno 2013