Piu’ vicino l’aumento Iva a luglio. Il governo, spiega il ministro delle Finanze Fabrizio Saccomanni, «sta lavorando alla riduzione della pressione fiscale su consumi e proprietà immobiliare», e alla «quantificazione globale delle esigenze di finanziamento per centrare questi obiettivi», ma il peggioramento degli ultimi dati sull’economia rendono difficile sciogliere la riserva sull’aumento dal 21 al 22% dell’imposta.
L’aumento, ancora possibile, provocherebbe «effetti negativi» sull’economia, ma, ricorda il ministro, «anche il reperimento di risorse di copertura» di un eventuale taglio può avere conseguenze pesanti per la ripresa. I margini di manovra sono minimi: l’eliminazione completa dell’Imu costerebbe 4 miliardi di euro, e altrettanto il blocca dell’aumento i un punto dell’Iva, cifre che per il ministro «fanno ipotizzare interventi compensativi di estrema severità che al momento non sono rinvenibili». Allo studio anche rinvio di tre mesi per valutare congiuntura Tra le alternative allo studio – spiega il ministro in Aula al Senato rispondendo ad interrogazioni – «ci sono l’eliminazione di 1 punto di aumento che implica la necessità di trovare 2 miliardi di euro e un finanziamento di 4 miliardi per ciasduno degli anni successivi. Sono all’esame anche possibilità di rinviarla di 3 mesi o di un periodo di tempo più lungo che consenta di guardare con più chiarezza all’evoluzione della situazione economica». Riforma tassazione sugli immobili, Governo rispetterà termine 31 agosto Altro tema della seduta, il rinvio della rata estiva dell’Imu e la parallela riforma della tassazione sugli immobili. Il ministro, in replica alle interrogazioni, ha garantito innanzitutto il rispetto dei tempi fissati dal decreto Imu, ovvero il 31 agosto, per l’adozione dei nuovi criteri. «Il nostro – ha sottolineato Saccomanni – è stato sì un rinvio, ma meditato, Il riordino riguarderà sia Imu che Tares, ed è chiaro che porremo attenzione alla situazione delle imprese e dell’Imu sui capannoni industriali. La possibilità di detrarre Imu dal reddito di impresa è una ipotesi che stiamo valutando. La misura di rinvio può essere considerato un anestetico temporaneo, ma stiamo lavorando sul riassetto». Imu, l’extragettito c’è stato, ma non è disponibile nessun “tesoretto” Il ministro ha poi escluso la possibilità di poter contare su un “tesoretto” di risorse inattese grazie all’extragettito garantito dall’Imu. Al 14 marzo 2013, ha spiegato il ministro, il gettito Imu era pari a 23 mld e 790 milioni di euro, di cui 20 mld dovuti per Imu su aliquota base, cui si aggiungono altri 3 miliardi e 462 milioni per effetto di manovre dei Comuni sulle aliquote locali. Molto più di quanto preventivato, ha ammesso il titolare dell’Economia, «cosa che ci ha permesso di uscire dalla procedura di infrazione Ue». Ma l’extra gettito, sottolinea, «è confluito nelle entrate generali dello Stato, che però sono calate per effetto della recessione del 2,4%». Debiti Pa residui tra i 20 e i 30 mld, entro settembre il dato completo L’operazione trasparenza del ministro tocca anche il capitolo dei debiti della Pa, stimabili in 80-90 miliardi di euro. «Se si toglie questo probabilmente l’importo, oltre i 40 miliardi già previsti, il residuo dovrebbe essere nell’ordine di 20-30 miliardi», anche se una ricognizione analitica é in corso sarà completata entro il 15 settembre, contestualmente all Legge di stabilità.
Sole 24 Ore – 14 giugno 2013