Il Consigliere regionale del Pdl Fabio Filippi ha presentato un atto ispettivo alla Giunta per chiedere la revisione della legge regionale sul benessere animale.
“La legge regionale n. 3 del 2013 “Modifiche ed integrazioni alla legge regionale 17 febbraio 2005, n. 5 (Norme a tutela del benessere animale) mostra evidenti storture, partorite dall’integralismo animalista di cui è figlia e che i più accorti e di buon senso aveva richiamato fin dalla presentazione del progetto di legge”. È quanto afferma Fabio Filippi.
“L’Emilia-Romagna – spiega Filippi – aveva già una legge funzionale a tutela del benessere degli animali d’affezione, quella appunta del 2005, che prendeva le mosse dall’accordo Stato-Regioni sottoscritto nel 2003, ma pur di accondiscendere alle pretese della lobby animalista, sempre molto abile nel gioco del ricatto politico nei confronti di una maggioranza di centrosinistra smarrita e priva di una progettualità forte, l’Amministrazione regionale ha deciso ancora una volta di fare la prima della classe. A farne le spese saranno i proprietari di cani che detengono i loro amici a quattro zampe in ricoveri all’aperto. In questo caso, infatti, la nuova legge regionale obbliga i proprietari a garantire al loro cane un ricovero con le stesse dimensioni strutturali e caratteristiche tecniche di quello previsto per i canili pubblici o gli allevamenti canini operanti nel territorio regionale. Una vera forzatura che urta il buon senso, anche perché i cani detenuti in appartamento non sono menzionati nella legge e ciò crea un’ingiustificabile sperequazione: il proprietario di un cane di grossa taglia che vive con il proprio animale in un piccolo appartamento non è chiamato ad alcun intervento, mentre chi ha un cane di taglia assai inferiore e vive in campagna, pensiamo a contadini, cacciatori, tartufai, sarà obbligato a provvedere al ricovero dei propri cani secondo standard da monolocale o camera d’albergo”.
“Il vero rischio di queste nuove norme – conclude Filippi – che prevedono costi esorbitanti e tanta burocrazia per gli adeguamenti previsti, è che possono costringere i proprietari più poveri a separarsi dal loro cane, lasciandolo in affido ai Comuni, possono spingere quelli senza scrupoli ad abbandonarli o a sopprimerli, facendo aumentare il fenomeno del randagismo, finora efficacemente contrastato. Minore sarà inevitabilmente l’acquisto di nuovi cani e l’adozione di cani dai canili. Contro queste norme inique e pericolose occorre intervenire al più presto”.
Ufficio Stampa
Gruppo Assembleare Pdl Fabio Filippi
Bologna, 30/05/2013
il Consigliere Fabio Filippi
Bologna, 30/05/2013
Presidente dell’Assemblea Legislativa Palma Costi
INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA
Il sottoscritto, Fabio Filippi, Consigliere regionale del Popolo della Libertà;
Premesso
Che la legge regionale n. 3 del 2013 “Modifiche ed integrazioni alla legge regionale 17 febbraio 2005, n. 5 (Norme a tutela del benessere animale)”, appena entrata in vigore, mostra evidenti storture;
Che l’Emilia-Romagna, come previsto dall’accordo Stato-Regioni sottoscritto nel 2003, aveva approvato nel 2005 una legge a tutela del benessere degli animali d’affezione;
Sottolineato
Che la nuova legge regionale obbliga i proprietari a garantire al loro cane un ricovero con le stesse dimensioni strutturali e caratteristiche tecniche di quello previsto per i canili pubblici o gli allevamenti canini operanti nel territorio regionale;
Che questa forzatura urta il buon senso, anche perché i cani detenuti in appartamento non sono menzionati nella legge e ciò crea un’ingiustificabile sperequazione: il proprietario di un cane di grossa taglia che vive con il proprio animale in un piccolo appartamento non è chiamato ad alcun intervento, mentre chi ha un cane di taglia inferiore e vive in campagna, pensiamo a contadini, cacciatori, tartufai, sarà obbligato a provvedere al ricovero dei propri cani secondo standard da monolocale o camera d’albergo;
Che il rischio di queste nuove norme, le quali prevedono costi elevati e tanta burocrazia per gli adeguamenti previsti, è quello di indurre i proprietari a separarsi dal loro cani, lasciandoli in affido ai Comuni, facendo aumentare il fenomeno del randagismo, finora efficacemente contrastato, prevedibilmente diminuirà anche l’acquisto di nuovi cani e l’adozione di cani dai canili;
Interroga la Giunta per sapere
Se intenda rivedere la legge regionale n. 3 del 2013 “Modifiche ed integrazioni alla legge regionale 17 febbraio 2005, n. 5 (Norme a tutela del benessere animale), fissando nuovi parametri relativamente ai vincoli sulle dimensioni strutturali e caratteristiche tecniche dei ricoveri per i cani.
Fabio Filippi
3 giugno 2013