Seimilacinquecento euro di risarcimento per avere assunto il bidello sbagliato. Tanto costerà al Ministero dell’Istruzione (Miur) la scelta del liceo scientifico Leonardo da Vinci di Cologno Monzese di assegnare alcune supplenze temporanee a un collaboratore scolastico senza ricorrere alla graduatoria d’istituto.
Un comportamento che il Tribunale del lavoro di Monza ha ritenuto «illegittimo».I fatti risalgono a due anni fa. Nel 2011 Maria Calcagno presenta ricorso contro il Miur e l’istituto Leonardo da Vinci. Tra il 16 settembre e il 6 novembre 2010 la preside, Lucia Pacini, aveva assegnato supplenze per un totale di 25 giorni lavorativi a un collaboratore scolastico escluso dalla graduatoria d’istituto. E Calcagno, inserita in tale lista, si era sentita scavalcata. Qualche giorno fa, il giudice del lavoro di Monza Serena Sommariva le ha dato ragione: le assunzioni temporanee si devono basare sulle graduatorie. Il danno, riconosciuto nella «perdita di chance di guadagno», è stato quantificato in 5mila euro, più 1500 di spese legali. Maria Calcagno, che oggi presta servizio in un’altra scuola, aveva preteso un risarcimento più alto «visto che quei giorni di supplenza mi avrebbero consentito di maturare l’anzianità necessaria per entrare nella graduatoria provinciale permanente e ricevere incarichi a tempo determinato annuali».
Elisabetta Daina, coordinatrice provinciale del sindacato Cub Sur, che ha seguito il caso prima tramite un esposto all’Ufficio scolastico provinciale e regionale, poi per vie legali, accusa «i dirigenti “all’avanguardia” che tentano di forzare le norme e che, soltanto di rado, vengono sanzionati. Se un lavoratore non si rivolge al Tribunale del lavoro non ottiene nulla». La sindacalista ricorda come nella stessa scuola ci sia stato il precedente di un lavoratore disabile licenziato e poi reintegrato. La preside, Lucia Pacini, si difende: «Ho messo avanti tutto l’incolumità pubblica. Eravamo nel periodo di allarme sull’influenza aviaria e l’igiene era un tema molto sentito. Il personale Ata registrava diverse assenze e non si riusciva a tenere la scuola pulita. L’organico amministrativo, in quei giorni carente, non consentiva lo scorrimento della graduatoria in tempi rapidi e nessuno degli aventi diritto si faceva avanti. La ricerca di un supplente richiedeva ancora l’uso del telefono. Così ho accelerato i tempi scegliendo una persona che si era proposta. Rifarei le stesse cose, tant’è che l’Ufficio scolastico regionale e provinciale non hanno contestato il mio operato».
Il Giorno – 18 maggio 2013